Per imparare a conoscere meglio il gatto dal punto di vista comportamentale e medico

conoscere il gatto Le Sfigatte

Con la collaborazione di Sara Scanu, consulente esperta in Comportamento e Relazione Felina e del gruppo pubblico Facebook Gatti all'arrembaggio (clicca qui per entrare in contatto con il gruppo).

Sì! Pur non volendo sottovalutare la FIV possiamo dirti che con le dovute accortezze, senza fare allarmismo, puoi adottare un gatto positivo alla FIV. Non è la peste nera da dover richiedere la soppressione di un gatto o da lasciarlo giacere in una gabbia per mesi, in attesa di un'anima pia che lo adotti. Ci teniamo a ribadire che la convivenza tra gatti FIV positivi e gatti sani può tranquillamente avvenire, senza alcun rischio di contagio per questi ultimi, se si crea un giusto equilibrio di convivenza pacifica. Un gatto FIV che vive in casa, che viene trattato secondo i criteri di buona salute, non ha rischi di infezioni da altri agenti ed è quindi un gatto che può vivere 10/12 anni: praticamente tutta la durata della sua vita senza manifestare la malattia ed il virus può restare quasi latente.

Viene da sé invece, che il gatto che va in giro, semi-randagio, rischia invece molto di più, perché ogni infezione porta ad una replicazione del virus. Quindi non farti ingiustamente intimorire dalla positività alla FIV se sei alla ricerca di un compagno per te o per il tuo quattro zampe!

Informazioni tratte dall'intervista con il dott. Stefano Bo rappresentante italiano del Board Representative of ESFM (European Society of Feline Medicine), Professore a Contratto in "Clinica delle Malattie Infettive del gatto" presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino; membro della "International FIP treatment task force", direttore sanitario dell'ambulatorio associato Bo-Ferro-Nardi di Torino.. e ancora altro).

Che cos'è la FIV?

La FIV (Immunodeficienza felina) è un retrovirus simile all'HIV (il virus dell'immunodeficienza umana) in quanto attacca il sistema immunitario del corpo, rendendo, alla fine, il paziente incapace di affrontare le infezioni comuni.

La FIV è contagiosa per l'uomo o per altre specie animali diverse dal gatto?

Assolutamente no! Nonostante la similitudine biologica con l'HIV, questo virus non è in grado di infettare l'uomo, né tanto meno altri animali diversi dal gatto.

Come si trasmette il virus della FIV? Possono convivere gatti sani e gatti FIV positivi?

Questa malattia ha una maggiore incidenza nelle zone urbane dove si ha un'alta concentrazione di gatti randagi, infatti questo virus si trasmette per scambi diretti di sangue infetto, come conseguenza a graffi che devono essere molto profondi o durante l'accoppiamento. Tutti i soggetti possono contrarre questa malattia indipendentemente dalla razza, sesso o età, ma sicuramente sono più a rischio i maschi non sterilizzati a cui è permesso di accoppiarsi e di lottare per il territorio, contendendosi le gatte in calore. L'infezione NON si trasmette tramite lo scambio di ciotole, lettiere etc, perché il virus è molto labile nell'ambiente. Quindi gatti sani che convivono con gatti FIV+, in contesti pacifici in cui gli equilibri dominanti non sono in discussione, non corrono rischi.

I gattini di una gatta FIV positiva, sono anch'essi al 100% FIV positivi?

La risposta è no, non è detto che siano anch'essi FIV, anzi il più delle volte non lo sono. La probabilità di contrarre l'infezione direttamente dalla mamma è inferiore al 5%. I gattini possono contrarre l'infezione dalla madre solo se questa si è infettata nel primo terzo di gravidanza, quindi una probabilità piuttosto bassa, infatti la mamma FIV può passare anticorpi protettivi con il colostro.

Ha senso testare un gattino per la FIV?

Si, tenendo presente che se sono sotto i 4 mesi si possono avere dei falsi positivi (cioè il gattino risulta positivo al test, quindi malato, quando in realtà non lo è). La maggior parte dei cuccioli positivi a quell'età, risultano infatti positivi solo perché la mamma è positiva, poi gli anticorpi vengono eliminati e dopo i quattro mesi ritornano ad essere negativi.

Quali sono i tempi di decorso della FIV?

Come per l'AIDS nell'uomo, la FIV può avere un decorso molto lungo, alcune volte di anni, durante i quali il gatto può apparire perfettamente sano.

L'infezione, però, con il tempo, indebolisce le difese immunitarie del gatto, rendendolo più vulnerabile ad altre malattie infettive. Batteri, virus e funghi comuni, presenti nell'ambiente di vita del gatto, all'improvviso possono rappresentare una grave minaccia, causando un lieve rialzo termico e un temporaneo ingrossamento dei linfonodi, per via delle difese immunitarie indebolite dal virus. Molto spesso i sintomi sono così fugaci da passare inosservati. Dopo questa fase il virus va in uno stato di latenza che può durare anni, durante i quali il gatto non presenta nessun sintomo. Con un tempo variabile, il virus si riattiva compromettendo il funzionamento del sistema immunitario, rendendo il gatto sensibile a diverse infezioni come stomatiti, riniti, bronco-polmoniti, cistiti o enteriti.

Esistono vaccini in grado di proteggere dalla FIV?

Attualmente non esistono vaccini in grado di proteggere il gatto da questa malattia.

È giusto vaccinare un gatto se abbiamo scoperto che è FIV positivo?

A maggior ragione che è FIV positivo, si!

Cosa fare quando scopriamo che un gatto è FIV positivo?

Sicuramente non emarginarlo, non pensare che l'unica soluzione per lui sia l'eutanasia e non escludergli un compagno a quattro zampe, anche se sano, se tra loro può nascere un equilibrio di convivenza serena e felice. Ovviamente sterilizzazione, controlli e vaccinazioni periodiche, una buona igiene, una corretta nutrizione ed un luogo caldo dove vivere possono migliorargli ed allungargli la vita.

Il virus della leucemia felina (FeLV) causa la depressione del sistema immunitario rendendo il gatto maggiormente sensibile a infezioni virali e batteriche secondarie che possono causare: vomito e diarrea cronica, infezioni respiratorie, problemi cutanei, otiti, disturbi respiratori, anemia e linfoma.

Questo virus è estremamente contagioso e mortale e può essere trasmesso da gatto a gatto mediante saliva, urina, feci o sangue. Bere dalla stessa ciotola o giocare con un gatto infetto possono mettere a repentaglio l'immunità di un animale sano.

Alcuni gatti infettati con FeLV possono non ammalarsi nel vero senso della parola, rimanendo portatori del virus per il resto della loro vita. Il rischio d'infezione aumenta quando più gatti vivono sotto lo stesso tetto. Il primo stadio della malattia spesso passa inosservato, perché i sintomi possono essere molto variabili, rendendo difficile la diagnosi. I gatti giovani sono più sensibili, ma il virus della FeLV può colpire i gatti di qualsiasi età, razza e sesso.

La FeLV è una malattia facilmente trasmissibile, per cui se si lascia andare in giro il gatto ad infettare gli altri suoi simili, si è colpevoli noi stessi di diffondere la malattia.

Si contagia alla persone e/o altri animali diversi dal gatto?

No, si trasmette solo tra gatti!

Toccare gatti FeLV è pericoloso?

Non è pericoloso per l'uomo e tanto meno per gli altri animali diversi dal gatto. Comunque, lavarsi accuratamente le mani con disinfettante dopo aver toccato un gatto FeLV positivo è sicuramente una precauzione consigliabile se si ha a che fare con gatti sani, così come disinfettare tutte le superfici eventualmente contaminate (la candeggina è uno dei migliori disinfettanti al riguardo).

Come fare a capire se un cucciolo è FeLV positivo?

Superati i 6 mesi di età basterà un semplice test virologico rapido; al di sotto dei 6 mesi invece sarà necessario fare un esame di laboratorio chiamato “PCR” perché i testi rapidi potrebbero dare dei risultati falsati.

I gattini di mamma FeLV sono "automaticamente" positivi oppure no?

Non necessariamente, ossia: se i gattini hanno preso il colostro dovrebbero avere anticorpi protettivi, ma possono contrarre il virus della FeLV se tale protezione viene a diminuire precocemente. Purtroppo non abbiamo modo di sapere quando gli anticorpi decadono. La trasmissione intrauterina è comunque possibile.

Se un gatto contrae la FeLV da cucciolo può negativizzarsi?

Bisogna tenere presente che un gattino FeLV può comunque negativizzarsi nell'arco di 6 settimane dalla nascita. Quindi è opportuno aiutarlo con degli immunostimolanti e ripetere il test in un momento successivo.

I test sono attendibili?

L'attendibilità dei test è intorno al 95%. Bisogna comunque tenere presente del periodo di incubazione del virus, prima di effettuare il test.

Esistono delle cure per la FeLV?

Nei gatti FeLV asintomatici si può fare un trattamento con interferone per uso umano (uno qualsiasi o anche quello specifico felino), somministrato per bocca, seguendo le indicazioni di posologia del proprio veterinario. Serve a mantenere il sistema immunitario modulato ed attivo (chiedete sempre consiglio ad un veterinario). Inoltre controlli periodici aiutano per evitare l'insorgere di patologie più gravi o per stabilire delle terapie per la cura di eventuali forme virali e batteriche.

Esiste un vaccino che protegga il gatto dal contrarre la FeLV?

Si, esiste! Per un gatto vaccinato contro la FeLV, il rischio di contagio è intorno al 5%, quindi molto basso.

Quando diventa importante vaccinare contro la FeLV?

La decisione di vaccinare un gatto contro l'infezione da FeLV dovrebbe basarsi sull'età del soggetto e sul rischio di esposizione. La vaccinazione è raccomandata per i gatti a rischio, come quelli a cui è permesso uscire all'aperto, i gatti nei rifugi e quelli che vivono nella casa con molti altri gatti o dove vengono introdotti di frequente soggetti nuovi. Tuttavia non è raccomandato per i gatti che corrono poco o nessun rischio. Inoltre i vaccini per la FeLV non sempre proteggono contro la malattia ogni animale, quindi prevenire il contatto con gatti infetti è ancora il modo migliore per prevenire la FeLV. Se la vaccinazione è ritenuta opportuna, si raccomanda il vaccino annuale.

Quanto vive un gatto FeLV positivo?

Se lo si tiene curato ed in luogo protetto e non sviluppa una malattia letale collaterale alla FeLV nell'arco di 3-4 anni, può viverne anche fino a 7-8.

È giusto vaccinare un gatto FeLV positivo?

Sì, assolutamente ed a maggior ragione! I gatti FeLV positivi vanno vaccinati col normale trivalente (prima vaccinazione con conseguente richiamo e poi con cadenza annuale). Vaccinarli anche per la FeLV, non è un danno, ma solo uno spreco di vaccino perché non serve a niente.

Se il vostro gatto è FeLV positivo, può avere una compagnia?

Sì, potreste ad esempio fare un atto di estrema generosità ed adottare un altro gatto FeLV positivo.

Cosa fare quando trovate un gatto per strada del quale non conoscete nulla a livello sanitario ed a casa avete già un gatto?

Se per la strada vi trovate di fronte ad un gatto abbandonato, prendetevi cura sia di lui sia del vostro felino di casa! Tenete il nuovo arrivato in stanza separata (va bene anche il bagno), con ciotole e lettiere separate, lavatevi bene le mani quando passate dal suo ambiente al resto della casa e portatelo il prima possibile da un veterinario per una visita di controllo.

Se viene a mancare un gatto FeLV positivo, dopo quanto è possibile prenderne un altro?

Da un punto di vista strettamente medico, tralasciando ovvie considerazioni di carattere emotivo, è necessario attendere non oltre una settimana. Il virus non può riprodursi in ambiente extracellulare, e nelle tracce di saliva, sangue e urina eventualmente lasciate dall'animale infetto non sopravvive a lungo (tre giorni sotto le migliori condizioni). Per accelerare il periodo di "quarantena" si possono seguire questi accorgimenti: disinfettare accuratamente pavimenti e tavoli con candeggina, sostituire ciotole, vaschette, giocattoli e quant'altro appartenuto al gatto precedente (è in alternativa possibile lavarli e disinfettarli accuratamente, ma dato l'esiguo costo di questi accessori è più sicuro disfarsene e comprarne di nuovi), passare ripetutamente il battitappeto o l'aspirapolvere su tappeti e moquette (se si dispone di bidoni a vapore tipo "Vaporella" è possibile eseguire una perfetta sterilizzazione anche di queste superfici).

La conclusione?

I gatti FeLV positivi, per via della loro malattia, sono sempre i più discriminati e quasi sempre destinati a non essere "scelti" come compagni di vita. Speriamo che quanto scritto possa aver fatto un po' di chiarezza su questo tema parecchio complesso e delicato. Abbiamo visto troppi animali morire di patologie legate a questa forma di immunodeficienza per sposare posizioni "negazioniste", che pure ogni tanto si sentono. La FeLV è una malattia seria, ma la soppressione di un gatto FeLV positivo, per la semplice positività ai test, è inaccettabile. Anche loro meritano amore e sono gatti normalissimi, basta che alla base ci siano scelte responsabili.

Il rene svolge molte funzioni vitali: attraverso le urine permette l'eliminazione delle scorie dall'organismo (quali i sottoprodotti della digestione, l'urea e la creatinina), regola il pH (equilibrio acido-basico), le concentrazioni di elettroliti (calcio, fosforo, potassio, cloro, sodio) ed il bilancio idrico dell’organismo.

Quando uno o entrambi i reni sono deboli, non sono più in grado di svolgere in modo efficiente queste funzioni.

L'insufficienza renale colpisce i gatti di tutte le età?

È particolarmente diffusa nei gatti anziani, ma può colpire (più raramente) anche un gatto giovane.

Quali sono i sintomi?

I gatti con CFR spesso hanno sintomi non specifici, come ad esempio un appetito capriccioso o scarso (l'accumulo di scorie, rischia di far soffrire il gatto di infiammazione alla mucosa dello stomaco, con conseguente nausea, facendolo diventare riluttante al cibo), perdita di peso, depressione, un malessere generale e di solito si nota un aumento della sete in circa un terzo dei gatti ammalati.

Cosa prevede una corretta diagnosi di CRF?

Una diagnosi di CRF richiede degli esami sul sangue e sulle urine. Normalmente si basa sulla determinazione dell'azotemia (data dall'accumulo dei prodotti del catabolismo proteico, della creatinina e dell'urea nel sangue) e sulla capacità di concentrazione delle urine (le urine saranno più diluite). Potrebbe essere necessario comunque, in alcuni casi, effettuare altri tipi di esami, per meglio identificare le cause della problema renale, come ad esempio l'ecografia per evidenziare un possibile rene policistico (PKD).

Quanto è importante una dieta bilanciata?

Un'alimentazione corretta con cibo di alta qualità, risulta un aspetto fondamentale al quale fare molta attenzione, ma questo vale sempre come prevenzione! A maggior ragione sarà importante seguire una dieta specifica nei gatti già affetti da problemi renali, per ridurre il progredire della malattia e migliorare la qualità della loro vita. Bisognerà seguire una dieta con cibo a ridotto apporto proteico, fosfati e determinati minerali (sostanze difficili da filtrare per i reni), favorendo potassio e vitamine del gruppo B che i gatti con problemi renali tendono ad eliminare in eccesso. Se scegliete di far seguire al gatto una dieta fatta in casa, prestate molta attenzione a non andare incontro a carenze nutrizionali, chiedete consiglio al vostro veterinario di fiducia.

E se il gatto non vuole mangiare il cibo imposto dalla dieta?

L'inappetenza è un sintomo tipico dell'insufficienza renale e come in tutte le cose bisogna trovare il giusto compromesso. La dieta è importantissima, ma è anche fondamentale che il gatto mangi! Se mostra inappetenza, fate il tentativo di intiepidire un po' il cibo o di alimentare il gatto dalle vostre mani, molti lo gradiscono; a volte si ricorre all'uso di stimolanti dell'appetito; ma se pensate che la situazione sia preoccupante, chiedete un consulto al vostro veterinario.

L'acqua è fondamentale per contrastare la disidratazione.

Un rene malato perde la sua capacità nel trattenere l'acqua, producendo così minori quantità di urina, portando il gatto a disidratarsi. Questa perdita di liquidi deve essere in qualche rimpiazzata! Assicuratevi che il gatto abbia sempre la possibilità di bere acqua a volontà e che lo faccia. In caso contrario potreste prediligere il cibo umido a quello secco ed incoraggiarlo a bere dandogli del brodo di carne o pesce (ci raccomandiamo, non salato!)

È possibile guarire dall'insufficienza renale?

Non si può riparare totalmente un danno renale, ma fortunatamente una diagnosi precoce, cure specifiche ed una corretta alimentazione, possono rallentare il deterioramento dei reni ed allungare la vita di un gatto anche di due o tre anni.

Controlli veterinari periodici sono alla base per monitorare il problema.

Sarà molto importante sottoporre il vostro gatto a controlli veterinari periodici programmati, per verificare il suo stato di salute generale, l'andamento dei valori nel sangue (l'anemia ed esempio è una conseguenza piuttosto frequente nei gatti colpiti da CRF poiché vi è una diminuzione dell'eritropoietina prodotta dai reni, un ormone in grado di stimolare la produzione di globuli rossi da parte del midollo), il livello della pressione sanguigna (l'ipertensione sistemica colpisce circa il 20-30% dei gatti con CRF), la presenza o meno di possibili infezioni urinarie (i gatti che hanno problemi renali, producendo meno urina possono esserne soggetti).

Quali terapie vengono generalmente consigliate in questi casi?

Qualsiasi tipo di trattamento dovrà essere valutato di volta in volta con il vostro veterinario ed in nessun caso bisogna procedere facendo delle diagnosi da sè. A livello generale: si può intervenire con degli integratori di potassio e vitamine del gruppo B. L'insufficienza renale tende a sviluppare un'infiammazione alla mucosa dello stomaco, che a sua volta causa bruciore ed in alcuni casi, ulcera gastrica, potrebbe quindi essere utile somministrare degli antiacidi. Possono essere prescritti dei farmaci anti-nausea. Se il gatto risulta particolarmente disidratato potrebbero essere consigliati dei cicli di iniezioni di fluidi sottocute (flebo).

Prendere un gatto dalla collottola (è un lembo di pelle morbida situato tra il collo e la nuca del gatto), cucciolo o adulto che sia, non è mai da considerarsi un metodo corretto perché oltre ad essere irrispettoso, si corre il rischio di infliggergli dolore sia fisico sia mentale (genera stress, paura/panico, ansia).

Cuccioli

Le mamme gatte possono afferrare i gattini dalla collottola, nelle loro prime settimane di vita, grazie alla comparsa di un riflesso chiamato riflesso di portage (è la posizione assunta dai cuccioli quando mamma gatta li afferra per la collottola). Grazie alla comparsa di questo riflesso, mamma gatta riesce a trasportarli da un luogo pericoloso ad uno più sicuro: i cuccioli, se presi per la collottola (dalla loro mamma!), si rilassano e si abbandonano. Questo riflesso ha proprio la funzione di non farli divincolare e di trasportarli in sicurezza. Una gatta conosce la posizione corretta, la pressione precisa da applicare su quella parte del collo, in quanto i loro denti sono dotati di sensori di pressione. Inoltre, il rapporto mamma – cucciolo è unico nel suo genere, inimitabile da parte di un essere umano. Questo comportamento messo in atto dalla loro mamma non ha nessun obiettivo (come spesso qualcuno erroneamente pensa), di educare il cucciolo. Da adulti i gatti perdono il riflesso di portage.

Gatti adulti

Le uniche volte nelle quali un gatto adulto viene trattenuto per la collottola sono durante l’accoppiamento, durante i combattimenti tra gatti o quando viene attaccato da un predatore.

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È importante osservare che non è tanto il trasportino in quanto tale a fare paura al gatto, ma la rappresentazione che lui ha di esso.

Di seguito, alcuni suggerimenti:

  • Lascia il trasportino sempre a disposizione del tuo gatto, in un punto a lui confortevole e strategico della casa, con all'interno un asciugamano o una coperta.
  • Usalo nel quotidiano, magari per svolgere delle attività di gioco insieme al micio e se verrà, in aggiunta, apprezzato anche come zona di riposo, tanto di guadagnato!
  • A volte potrebbe essere utile, al fine di renderlo più allettante, coprirlo con una coperta/telo così da farlo diventare una zona rifugio e/o posizionarlo in un luogo sopraelevato da terra oppure vicino ad un termosifone durante la stagione più fredda.
  • Cerca di non ingannare il tuo gatto, attirandolo al trasportino con del cibo, per poi rinchiuderlo e fargli vivere un'esperienza per lui stressante e/o traumatica, come potrebbe essere quella del viaggio dal veterinario. Associazione cibo ed inganno, quando possibile, è sempre una strategia da evitare: il cibo rappresenta una risorsa primaria e vitale per il gatto. Ecco che quindi diventa importante fare un buon lavoro come indicato sopra e se ne hai le possibilità sarebbe bene iniziare già da cuccioli. Diverso è dare un rinforzo positivo con il cibo, durante la fase di abituazione o nella quotidianità.
  • Per il trasporto lascia all’interno la sua copertina impregnata di tutti gli odori a lui familiari e portane con te una pulita di riserva. Aggiungi all’interno, alla base del trasportino, una traversina così che se dovesse succedere qualche inconveniente durante il viaggio, una volta arrivati a destinazione (in luogo chiuso e al sicuro da possibili fughe!), se necessario, potrai sostituire la traversina e copertina per l'eventuale viaggio di ritorno. Potresti anche vaporizzare sulla copertina (magari tiepida) uno spray ai feromoni, lasciandolo evaporare qualche minuto, prima di metterla a contatto con il gatto, in quanto spesso si tratta di sostanze alcoliche che risultano particolarmente fastidiose se non evaporate.
  • Prima di uscire di casa, assicurati che sia ben chiuso (porticina compresa), copri il trasportino con un telo traspirante, così che possa sentirsi più protetto. Per la stagione fredda sarà, in aggiunta, utile per proteggerlo da eventuali colpi di freddo; dovesse invece fare molto caldo, coprilo comunque, ma usa un telo di cotone leggero. Lascialo coperto anche quando sarai in sala d’attesa del veterinario, lo farà sentire meno esposto a quelli che lui considera pericoli.
  • Fissa in modo sicuro (ad esempio con delle fascette da elettricista) parte superiore, inferiore e porticina dei trasportini in plastica; se di metallo, fissate la porticina; se di stoffa fissa le doppie cerniere (se possibile). Questo per evitare che si possano sganciare e/o accidentalmente aprire durante il trasporto. Purtroppo accade più di quanto si possa immaginare, con il rischio che il gatto scappi ed un gatto spaventato non ti raggiungerà al tuo richiamo. Fai attenzione ai trasportini di stoffa perché gatti particolarmente spaventati, magari per un rumore improvviso proveniente dall’esterno, possono essere imprevedibili: potrebbero lacerare la rete con le unghie e quindi scappare (anche questo è già accaduto più volte) o potrebbero accidentalmente aprirsi le cerniere. Se per qualche ragione preferisci usare il trasportino di stoffa, acquistane uno di buona qualità e piuttosto inseriscilo all’interno di un trasportino rigido, per poi estrarlo una volta arrivati in un luogo chiuso e sicuro.
  • Se possibile, sorreggi il trasportino con entrambe le mani, quasi come per abbracciarlo e non dalla maniglia, né tanto meno facendolo ciondolare mentre cammini per strada. Questo ti consentirà di ridurre il rischio di incidenti descritti sopra e di far subire meno sollecitazioni possibili al gatto.
  • Non posare il trasportino con dentro il gatto, a terra; opta per una superficie alta (una mensola, un tavolino, una sedia, una panca, etc...). I gatti sono animali macro-olfattivi e possono spaventarsi e turbarsi parecchio nel sentire tutta una serie di odori, per di più in una fase per loro estremamente delicata e vulnerabile, come potrebbe essere, ad esempio, quella della sala d’attesa del veterinario.
  • Al ritorno a casa dal viaggio, posa il trasportino a terra, apri la porticina e lascia che il gatto esca con calma di sua spontanea volontà. Successivamente, lava trasportino e tessuti con acqua calda e sapone neutro, falli asciugare all'aria aperta, così da eliminare i feromoni d'allarme e riponilo nel luogo preferito del micio.

Sempre più spesso riceviamo richieste d'aiuto da parte di persone, che esasperate da una situazione che non si risolve, ci chiedono di ricollocare il proprio gatto, perché la situazione è diventata ormai insostenibile.

Tutti ci riportano di aver consultato il proprio veterinario, che nella stragrande maggioranza dei casi ha bollato il problema come "comportamentale".

Premessa: senza esami completi e con una visita approfondita, eseguita da un veterinario competente, non possiamo proporre il vostro gatto piscione a qualcun altro.

Chi mai lo adotterebbe?

Ciò che ci ha spinto a scrivere quest'articolo è che troppo spesso i veterinari ai quali vi rivolgete con la massima fiducia, liquidano il problema con la storiella trita e ritrita del problema comportamentale.

Nel corso di questi anni abbiamo potuto appurare che nel 90% dei casi, le minzioni (ma anche feci) fuori dalla lettiera si spiegano in un problema fisico e non psichico del gatto.

Una convinzione di molti da sfatare!

Purtroppo è ancora molto diffusa la convinzione che il gatto faccia i bisogni fuori dalla lettiera per fare un dispetto. Chiariamo subito questo punto fondamentale: gli animali non sono in grado di elaborare il concetto tipicamente umano del "lo faccio per dispetto o per ferirti".

Il gatto non fa i dispetti, bensì cerca di esprimere un disagio. E non sarà sgridandolo o infliggendogli delle punizioni che risolverete il problema, anzi, non farete altro che aggravarlo. Il vostro amato felino vuole "semplicemente" comunicarvi che c'è un disagio di ordine fisico (legato al suo stato di salute) o comportamentale (legato all'ambiente nel quale vive), che non riesce a gestire.

Che fare?

Se il gatto è già sterilizzato (e quindi è già escluso che possa sporcare in giro per marcare il territorio), dovete prenotare una visita da un veterinario competente, che non scelga, senza prima aver fatto un'accurata visita e delle serie indagini, come prima via, quella più banale del disagio comportamentale. Non attendete mesi prima di rivolgervi ad un medico specialista serio, perché oltre ad uscirne frustrati e stressati sia voi che il gatto, rischierete solo di cronicizzare un problema che sarà poi, sicuramente più difficile e lungo da curare e risolvere.

Cosa fare se vi dicessero che "è un problema comportamentale"?

Vi consigliamo caldamente di scriverci una mail all'indirizzo info@lesfigatte.it e sapremo consigliarvi a chi rivolgervi.

Quali sono le principali cause di minzione e feci fuori dalla lettiera?

Sono sostanzialmente tre:

  • infiammazione gastrointestinale;
  • infiammazione coliciste e pancreas;
  • colite.

Gli esami consigliati

Gli esami indispensabili per analizzare in maniera più accurata possibile il problema sono: esame delle urine con il sistema della cistocentesi (per verificare o escludere una possibile anomalia delle vie urinarie inferiori), un'ecografia addominale, un emocromo ed un biochimico. Questi sono gli esami di base dai quali non ci si può esimere per poter analizzare il problema da un punto di vista fisico.

Perché sporca fuori dalla lettiera?

Perché le patologie del tratto urinario felino (come potrebbe essere, ad esempio, la cistite), provocano dolore durante l'eliminazione ed i gatti, possono reagire a questa esperienza dolorosa vissuta all'interno della cassettina, sporcando in posti alternativi; altra causa potrebbe essere l'incapacità di raggiungere in tempo utile la lettiera.

Altre cause

Se le indagini diagnostiche hanno dato esito negativo, bisogna analizzare vari aspetti valutate che:

  • la lettiera non sia troppo piccola;
  • la porta basculante non impedisca al gatto di entrare;
  • la lettiera sia sempre ben pulita (considerate che ad alcuni gatti potrebbe dare fastidio l'odore di alcuni detergenti come la candeggina o l'ammoniaca);
  • se avete più gatti, che ci sia una lettiera per gatto +1;
  • la lettiera si trovi in un luogo tranquillo e non troppo trafficato dalla casa;
  • il gatto tolleri di buon grado la consistenza della sabbietta o il suo eventuale profumo.

Potremmo fare un lungo elenco di casi di gatti che facevano la pipì o la cacca in giro a cui è stato detto che lo facevano per un problema comportamentale.

Potremmo anche raccontarvi di quanto dolore hanno dovuto sopportare prima di essere curati.

Chissà di quanti gatti non sappiamo nulla e che sono stati abbandonati in cascina all'aperto (la pseudo soluzione a cui giungono tante, troppe persone), così si sono ritrovati spersi e pure malati e sofferenti!

Diffidate da quei veterinari che vi liquidano la questione come comportamentale.

Per chi volesse vi lasciamo alla lettura di una gatta di nome Castagna, un esempio emblematico che fa riflettere: La travagliata storia di una gatta che faceva la pipì ovunque (post Facebook).

Se ami i gatti e li hai scelti come tuoi amici e animali domestici è importante sapere che nel loro girovagare o in appartamento, possono venire in contatto con piante e fiori potenzialmente pericolosi per la loro salute.

L'ingestione degli steli, delle foglie, dei semi o dei petali di alcune tipologie di piante può infatti rappresentare la causa di sintomi come il vomito, ma anche di patologie più gravi, a livello gastrointestinale, nervoso o cardiocircolatorio.

Quali sono i sintomi dell'intossicazione?

I sintomi dell'intossicazione sono: perdita di saliva, starnuti ripetuti, tosse continua, sintomi di soffocamento, ulcere diffuse su lingua, bocca, narici.

Nel giro di qualche ora, quando la sostanza tossica viene assorbita dall'organismo, possono comparire: conati di vomito, collasso, convulsioni, tremore, spasmi, irrigidimento, emorragie.

Cosa fare?

Quando si notano questi sintomi, bisogna chiamare subito il veterinario. Nel frattempo sarà importante tenere il micio in un luogo caldo e tranquillo; sarà il veterinario a consigliare come è opportuno agire e se è il caso di indurre il gatto al vomito.

Nell'attesa, non si deve assolutamente somministrare latte, perché può agevolare l'assorbimento delle sostanze tossiche liposolubili, che transitano cioè insieme alle sostanze grasse.

Prevenire è meglio che curare!

Se abiti in appartamento ed hai gatti, evita di tenerle e se proprio non puoi farne a meno, cerca di toglierle dalla portata dei gatti, ma considera che le piante perdono progressivamente le foglie, quindi occorre fare in modo che anche queste non siano accessibili dai gatti.

Di seguito, l'elenco, in ordine alfabetico, delle piante più comuni, altamente tossiche per il gatto:

  • AGRIFOGLIO: è un arbusto o albero sempreverde, alto fino a 10 metri, con bacche rosse dal fogliame verde scuro lucente. L'ingestione di bacche e foglie è tossica per cani e cavalli. Le bacche contengono sostanze emetiche e purganti: 20 bacche possono uccidere un cane. I sintomi dell'intossicazione sono vomito, diarrea intensa, torpore, coma e morte.
  • AZALEA: le foglie ed il nettare dell'azalea sono considerati fortemente irritanti per i gatti. Se ingeriti, possono provocare problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici.
  • BELLA DI NOTTE: è una pianta comune dei nostri giardini i cui semi e radici risultano tossici. I sintomi dell'ingestione sono dolori allo stomaco, nausea, vomito, diarrea. Inoltre il contatto con la pelle può determinare dermatiti.
  • CALLA LILY: le foglie provocano irritazione cutanea e mucosale.
  • CICLAMINO: pianta tossica che può essere anche letale se ingerita in grande quantità.
  • CRISANTEMO: sono tossiche per i gatti tutte le parti della pianta.
  • DIEFFENBACHIA: è una diffusa pianta d'appartamento della famiglia delle Aracee, priva di fiori, la cui linfa provoca intossicazione grave nel gatto (più lieve nel cane), per masticazione delle foglie o degli steli. L'avvelenamento da dieffenbachia provoca irritazione e intenso dolore a livello di cavo orale, edema ed infiammazione delle mucose buccali, edema della glottide, asfissia, cecità, vomito, ipersalivazione, diarrea, tremori, albuminuria, ematuria, nefrite acuta. Morte o lenta guarigione (8-15 giorni).
  • EDERA: attenzione alle foglie ed ai fiori dell'edera, se questa pianta dovesse essere presente nel vostro giardino in una zona a cui il vostro gatto può avere accesso. La loro ingestione può infatti provocare problemi gastroenterici. A dosi elevate può causare depressione nervosa e cardiaca. I sintomi dell'ingestione di fiori o foglie di edera sono costituiti da vomito, tremori e problemi respiratori.
  • FIORE CARDINALE E FIORE BLU CARDINALE, TABACCO INDIANO: è tossica tutta la pianta. Provoca vomito e sintomi neuromuscolari.
  • FILODENDRO: è tossica solo la foglia. Provoca problemi gastroenterici ed infiammazioni alla bocca.
  • GELSOMINO: ecco un'altra pianta tipicamente presente in molti giardini, poiché coltivata in vaso o utilizzata per la formazione di siepi. L'ingestione di ogni parte della pianta del gelsomino può essere pericolosa per i gatti e può causare mancanza di coordinazione, disturbi della vista, secchezza delle fauci, disfagia, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria.
  • IGLIO: è altamente tossico per il gatto. Anche la minima ingestione di questa pianta può causare gravi problemi. Dopo qualche ora dall'ingestione il gatto vomita, è stanco, inappetente. Chiamare subito il veterinario. Senza un intervento tempestivo in quasi solo due giorni il gatto può accusare una grave insufficienza renale.
  • GLICINE: sono tossici sia i frutti che i semi che possono causare problemi gastroenterici.
  • IPPOCASTANO, OCCHIO DI CAPRA: tossici i frutti ed i ramoscelli. Provoca vomito e diarrea.
  • IRIS: tossici i bulbi ed i rizomi. Provoca problemi gastrointestinali.
  • LILLÀ: questi fiori e le loro foglie sono tossiche per i gatti.
  • LUPINO: la tossicità riguarda tutta la pianta. Provoca debolezza muscolare, paralisi, depressione respiratoria, convulsioni.
  • MARGHERITA: Partenio. Tossica la linfa. Provoca dermatite.
  • MARIJUANA (CANNABIS SATIVA): tossiche foglie e germogli. Provoca depressione del sistema nervoso centrale e stato confusionale.
  • MUGHETTO: è molto pericoloso per i gatti. Sono tossici i fiori, i frutti, le foglie, le bacche. La sua ingestione può perfino essere mortale. Anche il solo contatto con il mughetto può considerarsi molto pericoloso. I sintomi sono vomito, diarrea, disturbi al cuore (aritmie), coma, convulsioni.
  • OLEANDRO: viene classificato tra le piante da considerare pericolose per i gatti, se ingerite. L'ingestione di fiori e foglie di oleandro può essere in grado di provocare problemi gastrointestinali e depressione nervosa e cardiaca. È riconosciuta come la pianta tossica per eccellenza, tutte le sue parti sono tossiche.
  • ORTENSIA: è un arbusto fiorito spesso presente nei nostri giardini. Le parti della pianta considerate pericolose per i gatti si presentano in primavera ed in estate, durante il corso di tutta la fioritura della pianta. Sia i fiori che le foglie di ortensia possono infatti essere causa di vomito e di diarrea se ingeriti da parte di un gatto.
  • ORTICA: non sottovalutiamo la presenza di piante di ortica nelle vicinanze delle nostre abitazioni, soprattutto nel caso in cui si abbia la fortuna di vivere in campagna. L'ortica non si rivela infatti irritante soltanto per noi, ma anche per i gatti e può provocare la formazione di vescicole boccali e la comparsa di vomito, tremori, dispnea e bradicardia.
  • PAPAVERO: provoca infiammazioni alla bocca.
  • PEPE DELLA CAROLINA: tossici i semi. Provoca vomito, atassia, depressione del sensorio, convulsioni e disfunzioni cardiache.
  • PRIMULA: persino le semplici primule, tra i fiori considerati come simboli dell'arrivo della primavera, possono rivelarsi pericolose per i gatti, se ingerite. L'ingestione delle foglie di primula o dei gambi di questo fiore può infatti essere causa di dermatite da contatto o di problemi a livello gastro-intestinale.
  • RANUNCOLO: è pericoloso per i gatti per via della linfa contenuta in tale fiore. L'ingestione delle parti di ranuncolo apportatrici di linfa può essere causa di stomatite, dermatite, gastroenterici, insufficienza renale, incapacità di coordinazione e convulsioni.
  • RICINO: la pianta risulta tossica anche per l'uomo: l'ingestione di 2-3 semi può infatti provocare la morte di un bambino. Tuttavia l'olio di ricino (purgante) non è tossico. La specie più sensibile è il cane, che si intossica per ingestione dei semi o dei panelli, impiegati come fertilizzanti. Dopo 18-24 ore dall'ingestione si ha un aumento della temperatura corporea. Gli animali si mostrano assetati. Compaiono vomito, bruciore alla bocca, edema della mucosa buccale e della lingua, diarrea emorragica, coliche, dolori addominali, crampi, oliguria, prostrazione, abbattimento e morte in 2-3 giorni se non si interviene con trattamento sintomatico.
  • RODODENDRO: pianta tossica che può essere anche letale se ingerita in grande quantità.
  • SAMBUCO: Tossica tutta la pianta. Problemi gastroenterici.
  • STELLA DI NATALE O EUPHORBIA: le parti tossiche della pianta sono le foglie, lo stelo e soprattutto la linfa, ricca di un latte altamente urticante (se assunto in quantità massiccia) per le mucose che contiene come sostanze tossiche gli esteri del forbolo (gatti e cani compresi). Tra i sintomi vi sono diarrea, spasmi, vomito e infiammazioni della bocca in conseguenza a dolorose vesciche e devono essere curati tempestivamente. Normalmente i gatti si intossicano ingerendo parti di questa pianta: sono curiosi, cominciano a mordicchiarla e se ne ingeriscono troppa, ecco che compaiono i sintomi: grave irritazione delle mucose della bocca, dell'esofago, dello stomaco e dell'intestino per contatto con il latte urticante, tosse, senso di soffocamento, conati di vomito, strofinamento della bocca con le zampe, vomito, diarrea, dolori colici, cecità temporanea, sincope (in realtà segnalato solamente nell'uomo).Da sottolineare, in ogni caso che secondo recenti studi questa pianta non è fatale e la prognosi è essenzialmente positiva.
  • TABACCO: le foglie, se ingerite, provocano gastroenterite, agitazione, tremori muscolari, andatura ad arti rigidi, atassia, debolezza, prostrazione, dispnea, paralisi, morte rapida.
  • TULIPANO E NARCISO: sono tossici i bulbi di tulipano e narciso. Causano vomito, diarrea, debolezza. Una forte ingestione può causare anche il coma o il collasso.
  • VISCHIO: provoca vomito, diarrea. È tossica tutta la pianta.
  • VITE AMERICANA: tossica tutta la pianta. Provoca infiammazioni alla bocca.
conoscere il gatto Le Sfigatte

Immagina un gatto che vive esclusivamente in casa, che senta 24 ore al giorno e 365 giorni all'anno il desiderio pressante di accoppiarsi, ma che non può mai soddisfare questo desiderio.

Cosa proveresti tu a volere qualcosa costantemente e non potere mai ottenerla?

Non c'è da stupirsi se dopo un tot di anni il gatto in casa tenda a diventare aggressivo e nervoso: lo saresti anche tu in queste condizioni!

Quindi quando decidi di adottare un animale ricordati che per la psicologia degli animali la vera sofferenza consiste nella frustrazione di un istinto, come quello dell'accoppiamento, e non nella sua eliminazione (tramite la sterilizzazione), di cui l'animale non ha coscienza!

I gattili vanno svuotati, non riempiti, anzi, non dovrebbero nemmeno esistere.

Invece, ogni giorno nascono moltissimi cuccioli o perché si vuole che il proprio gatto abbia l'esperienza di avere una cucciolata oppure perché si lasciano animali fertili liberi di girare per strade, cortili, tetti e giardini.

Come spesso accade ed in qualità di Associazione ti possiamo assicurare che non parliamo di casi isolati, ci sono persone che parlano di andare contro natura se sterilizzano il gatto, ma che trovano perfettamente naturale ed etico compiere atti barbari quali soppressioni o abbandoni dei cuccioli, perché fondamentalmente indesiderati!

È vero che sia meglio far figliare le gatte almento una volta?

Non c'è falso mito più sbagliato di questo! Non è affatto vero che un parto prevenga tumori o problemi all'utero, come si sosteneva alcuni anni fa. L'unico metodo veramente sicuro di prevenzione delle neoplasie mammarie è la sterilizzazione precoce dall'animale.

La contraccezione chimica è una valida alternativa alla sterilizzazione delle gatte femmine?

No, anzi è assolutamente da evitare! La contraccezione chimica è causa di carcinoma mammario della gatta nonché dell'infezione dell'utero (piometra) che spesso compaiono molti mesi o anni dopo, anche in seguito ad una sola somministrazione.

Perché è importante far sterilizzare le gatte, se vivono in appartamento e vanno in calore di rado e con sintomi blandi ("senza dare fastidio")?

L'importanza della sterilizzazione in questo caso, sta nel fatto che le gatte hanno un'ovulazione indotta. Questo significa che se non si accoppiano, i follicoli ovarici, che si formano ad ogni calore, non scoppiano liberando l'ovulo (come accade ad esempio nell'uomo o in altre specie animali), ma regrediscono piano piano fino a sparire o almeno dovrebbero.. infatti se questo capita, alla lunga può succedere diventino persistenti, trasformandosi in cisti ovariche; queste cisti continuano a produrre ormoni e possono provocare sia calori ininterrotti (se producono estrogeni), sia assenza di calori (se producono progesterone). In entrambe i casi, la stimolazione ormonale su utero e mammelle è scorretta e i tumori a mammelle ed utero sono dietro l'angolo!!!

Perché è importante far sterilizzare il gatto maschio, anche se può uscire e quindi marcare il territorio furoi dall'ambiente di casa?

Se il gatto maschio vive in casa, giunto all'età di sei mesi comincia a sentire il richiamo delle femmine in calore, cominciando a spruzzare urina dall'odore molto forte e acido, in ogni angolo della casa per marcare il territorio e questo ci sembra già un buon motivo per sterilizzare il gatto maschio.

Altri ottimi motivi? Prima di tutto per tenere le nascite sotto controllo, almeno là dove sia possibile. Poi perché i gatti maschi lottano continuamente per le femmine e finireste per dover curare continuamente ascessi, graffi, ferite con antibiotici, courettage chirurgici nei casi più gravi. Gli ascessi da morsi non sono ferite che guariscono da sole, se non trattate da un ascesso si passa al flemmone (il pus che si diffonde nei tessuti sottocutanei) in un attimo. Vale la pena mettere a rischio la vita del proprio gatto? Oltre a questo c'è anche il fatto delle malattie virali trasmesse tramite l'accoppiamento, FIV e FeLV in primis e considerate che i gatti maschi adulti non sterilizzati attaccano anche le gatte, anche quelle sterilizzate ed allo stesso modo diffondono le malattie.

Questi gatti, hanno una vita media che va dai 2 ai 5 anni, contro i 15-18 che noi auguriamo invece ad un gatto d'appartamento; prima o poi vengono trovati morti o, semplicemente, spariscono.

L'agonia di gatti selvatici feriti può durare giorni prima di portare alla morte.

Inoltre la sterilizzazione elimina la possibilità di insorgenza di forme tumorali testicolari responsabili di imponenti alterazioni dello stato generale di salute come i sertoliomi e riduce ad una percentuale insignificante l'insorgenza di tumori prostatici.

Qual è l'età giusta per provvedere alla sterilizzazione?

Sia per il maschio che per la femmina l'intervento si può fare dai 6 mesi di vita in poi.

In cosa consiste la sterilizzazione?

La sterilizzazione è un intervento chirurgico realizzato da un medico veterinario in cui vengono asportate le ovaie e l'utero, nel caso delle gatte, oppure i testicoli, nel caso dei gatti. Si tratta di un'operazione di routine, che nel 99% dei casi non comporta altri rischi per la salute se non quelli legati all'anestesia, comune a tutti gli interventi chirurgici.

Ci sono effetti collaterali all'intervento di sterilizzazione?

No, nessuno!

In cosa consiste la ripresa dopo l'intervento?

Se l'intervento avviene senza complicazioni come nel 99% dei casi, non appena terminato l'effetto dell'anestesia il gatto inizierà a reagire in maniera molto più rapida di quanto non accada per noi umani, in quanto non entra in gioco l'aspetto psicologico post-operatorio.

Nel caso di gatti randagi, che verranno poi rimessi in colonia dopo la sterilizzazione, consigliamo caldamente di far trascorrere qualche giorno di degenza post-operatoria prima di lasciarli in libertà, per non rischiare di mettere in pericolo la loro vita.

Cosa cambia nel comportamento di un gatto sterilizzato?

Fondamentalmente nulla, se non sicuramente un ridotto senso di territorialità; si parla più che altro di benefici per la sua salute. Le femmine sterilizzate non cambiano carattere, si comportano proprio come quando non sono in estro; i maschi invece diventano meno girovaghi, più ubbidienti, meno aggressivi con gli animali della stessa specie.

L'unico aspetto da considerare è che la maggior parte dei gatti sterilizzati tendono ad ingrassare per via della variazione dell'equilibrio ormonale. Non avendo più la sfera riproduttiva a cui pensare, il gatto vivrà per il cibo, ma basterà non assecondarlo, prediligendo un'alimentazione controllata e non scambiare la richiesta di attenzioni per una richiesta di cibo.

Le femmine sterilizzate non cambiano carattere, si comportano proprio come quando non sono in estro; i maschi invece diventano meno girovaghi, più ubbidienti, meno aggressivi con gli animali della stessa specie.

In conclusione, quali sono alcuni benefici della sterilizzazione?

  • Riduce la sovrappopolazione felina e la quantità di cuccioli che vivono in stato di totale abbandono.
  • Evita gravidanze indesiderate.
  • Riduce al minimo le contese tra gatti per strada, frutto di rivalità amorose e di conseguenza limita i danni collegati ad esse, come ad esempio ferite e graffi che possono favorire il contagio dell'HIV o dell'epatite.
  • Diminuisce le possibilità di propagazione di virus, batteri e altre malattie che infestano le zone in cui vivono numerosi gatti randagi.
  • Elimina il calore nelle femmine e i cambi di condotta legati a questi periodi: aggressività, ansia, perdita dell'appetito, ecc.
  • Nei maschi riduce la marcatura urinaria. Riduce i miagolii costanti, nei maschi, in risposta alle gatte in calore.
  • Impedisce che si sviluppino altri tipi di alterazione del sistema riproduttivo, come ad esempio l'insorgere di cisti o tumori.

Cosa fare se il gatto è ferito o in gravi condizioni di salute?

Prendetelo e portatelo, senza esitare, presso un veterinario o clinica veterinaria di vostra fiducia o se non conoscete la zona chiedete a qualche negoziante, abitante della zona o cercate su internet. Ricordatevi che alcune cliniche sono aperte 24h su 24 per emergenze.

A livello generale, per nessun motivo, spostare un gatto da una zona all'altra senza aver prima appurato quanto segue:

  • Prima di raccogliere un gatto dalla strada, bisogna essere certi che sia davvero in difficoltà e che non si tratti di gatti i cui proprietari li lasciano spesso uscire di casa o gatti che vivono in libertà e che appartengono alle cosiddette colonie feline che la legge tutela e protegge (Legge n. 281 del 14.08.1991).
  • In questo caso dovrebbero essere sterilizzati, potrebbero avere un tatuaggio all'interno dell'orecchio oppure un angolino dell'orecchio spuntato (servizio effettuato dal servizio veterinario ASL oppure da associazioni protezioniste).
  • Valutarlo non è così semplice, ma rivolgendovi ai negozianti della zona, chiedendo se conoscono il gatto, da quanto tempo lo vedono, se c'è una colonia da quelle parti e chi è la referente per poterla contattare, avrete già fatto una buona indagine di partenza.

Come potrebbe comportarsi un gatto smarrito per strada?

Non tutti i gatti, anche se affettuosi in ambiente casalingo, si dimostrano altrettanto socievoli quando si ritrovano per strada. Questo perché sono terrorizzati dalla nuova situazione in cui si trovano (caos, rumori ed odori nuovi di un ambiente per loro sconosciuto) e tendono a rimanere nascosti (soprattutto durante il giorno) o a non farsi avvicinare; di conseguenza (questo tenetelo bene a mente), difficilmente si allontanano molto dalla loro abitazione, soprattutto nei primi giorni o addirittura settimane.

Qual è la prima cosa da fare?

Appurato che il gatto non è ferito o in condizioni di salute gravi e che il gatto non appartiene a nessuna colonia felina, potrebbe effettivamente essersi smarrito. La prima cosa da fare, in questo caso, è prendere il gatto per trarlo in salvo! Presso qualsiasi supermercato sarà possibile comprare un trasportino a basso costo; se il gatto è docile e si fa avvicinare non sarà un problema prenderlo, diversamente potrebbe essere necessario l'utilizzo di una gabbia trappola, che potreste chiedere in prestito a qualche veterinario o associazione animalista. Se affamato, potreste provare ad avvicinarlo a voi con del cibo.

Dove portare il gatto smarrito?

Noi associazioni non possiamo fare miracoli purtroppo e se ci contattate per trattenere il gatto e tutti gli stallatori volontari sono occupati, non possiamo fare altro che chiedervi di ospitare qualche ora o giorno il gatto presso la vostra abitazione, per darci il tempo di pubblicare un appello urgente di richiesta stallo per gatto smarrito ed attendere che qualcuno si offra per ospitarlo oppure consigliarvi, in alternativa, una pensione a pagamento.

Quindi prima di contattarci, la cosa più saggia da fare, anche se si hanno altri animali a casa, è portare l'animale a casa con sé, avendo l'accortezza di tenerlo in una stanza separata, che può essere tranquillamente anche il bagno di casa propria. Non conoscendo nulla sul suo stato di salute, assolutamente non mettetelo in contatto con i vostri gatti, se li avete, anche se potrebbero andare d'accordo, perché potrebbe avere delle malattie che metterebbero a rischio la vita del vostro gatto di casa e viceversa. Dopo qualche giorno dal ritrovamento sarebbe, infatti, buona norma portarlo da un veterinario per far controllare l'eventuale presenza di un microchip, conoscere il suo stato di salute, età, sesso e se sterilizzato.

Contattate le associazioni animaliste di zona

Vi potranno aiutare a pubblicare e diffondere il suo appello di smarrimento, nel trovargli uno stallo se non potrete ospitarlo a lungo e cercare un'adozione definitiva nel caso in cui nessuno lo reclamasse.

Realizzate degli avvisi del suo ritrovamento

Questi dovranno essere corredati di foto, avendo cura di specificare il vostro nome e cognome, numero di telefono (in modo da poter essere contattati da chi dovesse riconoscere il micio) e zona dove il gatto è stato ritrovato. Sarà utile affiggerli presso gli ingressi dei condomini della zona nella quale avete trovato il gatto, presso gli ambulatori veterinari, negozi di articoli per animali, supermercati, fermate degli autobus e sicuramente contattare della associazioni di zona, qualora qualcuno ne avesse segnalato lo smarrimento, chiedendo un aiuto nella condivisione del suo appello.

Attivate una ricerca su Internet

Comunicate il suo ritrovamento (sempre preferibilmente corredato da una foto) ai siti che raccolgono dati sugli animali persi e trovati a livello locale, regionale e nazionale.

Vi consigliamo il sito dell'associazione "Animali persi e ritrovati" che aiuta le persone che hanno smarrito o trovato vagante un animale da compagnia. Per maggiori informazioni visitate il sito dedicato.

Infine

Piccolo suggerimento (del tutto disinteressato all'associazione alla quale si chiede aiuto): anche se il gatto trovato non è il vostro, un aiuto simbolico, in termini di donazione, è sempre molto apprezzato.

Per prima cosa

Tappezzare di volantini la zona in cui si è smarrito il gatto, allertando anche i negozianti e i condomini delle case vicine.

Lo consigliamo vivamente!

Abbiamo sperimentato che è la cosa più utile ed efficace, soprattutto se fatta immediatamente dopo lo smarrimento, visto che i gatti, nei primi giorni, non si allontanano molto dal luogo dal quale sono scappati e stanno nascosti nei dintorni.

La maggior parte dei gatti smarriti viene ritrovata grazie alle segnalazioni della gente che abita in zona (i volantini infatti, rappresentano la prima cosa straimportante da fare).

L'appello su Facebook è anch'esso utile, ma viene letto per lo più da persone che abitano in tutt'altra zona.

Considera che molti volantini vengono staccati, per cui occorre farne veramente tanti e tappezzare ovunque!

Ad ogni modo, tutte le strade sono assolutamente da percorrere, senza esclusione alcuna, al fine di ritrovare il tuo animale smarrito!

Link utile da seguire alla lettera e dove pubblicare l'appello di smarrimento

Ti consigliamo di consultare e pubblicare l'appello sul sito dell'associazione "Animali persi e ritrovati" che aiuta le persone che hanno smarrito o trovato vagante un animale da compagnia. Per maggiori informazioni visitate il sito dedicato.

Come fare il volantino?

Il volantino da usare a titolo di esempio è è questo:

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Ti consigliamo di farlo uguale, sostituendo la foto e le informazioni affinché siano quelle corrette relative al tuo gatto smarrito, scrivendolo a caratteri grandi come vedi ed utilizzando una bella foto (a colori e non sfocata), affinché possa essere ben visibile.

Come muoversi, cosa controllare?

Controllate le cantine, i garage delle zona, i cortili, sotto le auto, gli orti, le colonie vicine se ce ne sono.

Quando è importante cercarlo?

Soprattutto nelle ore serali e notturne, quando è tutto più tranquillo. Potrebbe essere nascosto da qualche parte perché intimorito, ma solitamente nei primi giorni rimangono ancora vicini al luogo dello smarrimento.

Scaricare sul cellulare l'applicazione "Cat Piano!"

È risultata efficace in alcuni casi ed esiste sia per Iphone che per Android. A volte i gatti stanno nascosti perché spaventati ed anche al richiamo del loro proprietario potrebbero non rispondere (anche se in casa rispondevano sempre), ma sentendo i miagolii dei loro simili potrebbero venire fuori.

Quali informazioni servono, per pubblicare l'appello di smarrimento sul vostro account Facebook o Instagram o della nostra associazione?

  • nome del gatto;
  • data dello smarrimento;
  • città e via dove il gatto è stato smarrito;
  • contatto telefonico reperibile (in caso di segnalazione o ritrovamento dell'animale);
  • eventuale numero di microchip;
  • se è sterilizzato;
  • età;
  • colore del manto;
  • segni particolari;
  • foto dove il gatto sia ben visibile (luminosa e non sfocata).

Sarà nostra premura pubblicare l'appello di smarrimento non appena ricevute le informazioni di cui sopra.

Se nel frattempo il gatto venisse avvistato da qualche parte?

Si potrebbe provare a catturarlo con una gabbia trappola, che puoi farti prestare da qualche veterinario, associazione o acquistare tu stesso.

Ci raccomandiamo

Non demordere e non scoraggiarti! Abbiamo avuto dei casi di ritrovamento anche a distanza di mesi e mesi.

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Cucce griffate quante se ne vuole, ma le scatole, anche le più piccole, borse varie, etc. resteranno sempre un must, per i gatti! Perché?

  • Perché si tratta di luoghi dove è possibile sentirsi nascosti e al sicuro. Una sorta di tana dove potersi isolare (contatto visivo compreso), dalle attenzioni di umani o altri animali e, perché no, anche schiacciare qualche pisolino, sentendosi così mimetizzati nell'ambiente.
  • Dove è possibile sentirsi in parte nascosti, ma allo stesso tempo poter continuare a monitorare l'ambiente al fine di pianificare agguati improvvisi, mettendo così in atto la motivazione predatoria.
  • Perché se di cartone, questo è un buon conduttore di calore.

Le scatole aiutano ad abbassare lo stress!

Lascia sempre a disposizione dei tuoi mici delle scatole di cartone per poter dare espressione a queste loro esigenze di specie! Potresti anche lasciare al loro interno un tuo indumento, se pensi possa renderla ancora più confortevole.

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Le vibrisse, una parola che viene dal latino vibrio, che significa "vibrare", sono molto di più che "semplici peli o semplici baffi", sono dei veri e propri organi sensoriali di tatto dalla straordinaria capacità percettiva.

Si trovano non solo ai lati del muso e sopra gli occhi, ma anche sul resto del corpo.

Sono una sorta di radar, attraverso le quali il gatto riesce a percepire gli spostamenti dell'aria, ricevendo degli impulsi nervosi al cervello, che gli daranno poi l'informazione attraverso la quale capire la distanza tra lui ed un possibile ostacolo, una possibile preda o cosa sta succedendo davanti a lui.

Suggerimento: ecco perché, al fine di far mangiare rilassato il tuo gatto, sarà importante offrirgli ciotole larghe e dai bordi bassi, che gli consentano di tenere distese e libere le vibrisse ai lati del muso. Ad esempio, per l'umido: un semplicissimo piattino da te in ceramica sarà perfetto.

Essendo il gatto un animale notturno crepuscolare, attraverso questi peli super specializzati, avrà la possibilità di muoversi al buio e di percepire anche il minimo spostamento di una possibile preda.

Pensa che una vibrissa è in grado di percepire pressioni di 2mg.

I gatti ciechi possono muoversi disinvolti nel loro ambiente, giocare, arrampicarsi ed anche cacciare (insomma una sorta di "finti invalidi solo per prendere la pensione"), anche grazie alle vibrisse!!!

Le vibrisse sono lunghe quanto la larghezza del corpo del gatto, proprio perché la loro funzione è anche quella di dare la possibilità al gatto di misurare uno spazio da attraversare al fine di capire se poterci passare o meno: se le vibrisse non possono passare comodamente, neanche il resto del suo corpo potrà farlo.

Le vibrisse ci danno anche un'indicazione dello stato d'animo del gatto:

  • vibrisse leggermente ad arco: il gatto è rilassato e tranquillo
  • vibrisse all'indietro: il gatto è in allerta, sulla difensiva
  • vibrisse orientate in avanti: il gatto è curioso ed in esplorazione di ciò che si trova davanti a sé

Importante: non tagliare o strappare mai le vibrisse ai gatti! Come tutti i peli, anche le vibrisse sporadicamente cadono e si rinnovano in modo del tutto naturale.

Lo Shynx è l'unica razza di gatto in cui le vibrisse e le sopracciglia potrebbero essere spezzate o assenti.

Hai mai provato a posizionare un oggetto interessante a pochi centimetri dal muso del tuo gatto?

Se davvero hai scelto un oggetto per lui degno di nota, molto probabilmente il tuo gatto sposterà in avanti le vibrisse sul muso, per poterlo percepire a 360°, anche con questo suo organo sensoriale percettivo davvero pazzesco!

Si, grazie!

Si tratta di un'informazione di specie.

La preda principe per il gatto è il topo e di questo animale non mangia la cistifellea e se gli organi interni o un qualsiasi altro animale-preda o carcassa cadessero all'interno di un corso d'acqua nel suo territorio, rischierebbe di contaminarla a livello olfattivo.

Il gatto è un animale macro-olfattivo, quindi bere accanto ad una fonte di cibo potrebbe particolarmente infastidirlo.

Tenendo distanti queste due risorse, aiuterai il tuo gatto a bere di più, a farlo più volentieri e quindi lo aiuterai a mantenersi più idratato (sarà un supporto importante anche, ad esempio, a livello renale, ma non solo).

I gatti tendono a stabilire delle relazioni assolutamente paritarie tra loro, con altri animali e con l'uomo.

Tra gatti non si decreta un "capo" ed un "sottomesso" ed all'interno dell'ambiente domestico, la convivenza tra più gatti viene modulata attraverso le marcature (feromoni) e da un accesso a tempo delle risorse: il gatto non considera una risorsa come esclusivamente sua (le risorse presenti saranno di tutti i gatti), ma la considera sua nel momento nel quale la utilizza.

Dove non c'è possibilità di accesso ad una risorsa, ci si trova di fronte a situazioni di mobbing tra gatti!

In quanto predatore solitario, il gatto è sempre pronto a lottare per ciò di cui ha bisogno.

La compagnia di altri esseri viventi la cerca se e quando ne ha piacere e non per sopravvivenza ed è sempre pronto a separarsene se i rapporti dovessero diventare difficili.

I gatti non vivono in branchi, ma formano delle colonie che possono essere spontanee (es. nursery tra gatte femmine) o possono nascere in seguito all'intervento dell'uomo ed in questo caso ciò che li lega è una fonte di cibo e non necessariamente il piacere di stare assieme.

Infatti, nonostante la presenza di una fonte alimentare, ogni gatto continua a pensare per sé.

Questo non esclude che possano nascere simpatie o amicizie, ma non si tratta né della regola né di un'esigenza della specie gatto per la sua sopravvivenza.

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Perché i botti spaventano così tanto?

Perché se il loro "suono" è già forte per noi, figuriamoci per un animale come il gatto! A parità di canali sensoriali condivisi, esistono importantissime differenze di percezione tra la specie gatto e la specie uomo (ma questo vale per tutte le specie).

I gatti possono sentire frequenze che l’udito umano non è in grado di percepire. Pensa che un gatto addormentato è in grado di ascoltare lo squittio di un topo, cosa che noi non riusciremmo a fare nemmeno mettendoci tutta l’attenzione possibile. I gatti sentono i rumori ad un volume che è circa il doppio di quello che percepiamo noi, ultrasuoni compresi che noi non siamo in grado di percepire. Se ci cade una stoviglia o un coperchio a terra, per il gatto è come se scoppiasse un petardo o una granata in cucina!

Inoltre, gli animali non sono in grado di capire né la provenienza né tanto meno il significato dietro a tutto questo e lo spavento può essere, a volte, talmente forte da generare gravi situazioni di panico, ansia; senza considerare conseguenze, più gravi ancora, soprattutto per gli animali che vivono liberi in natura.

Qualche consiglio per aiutarli

  • Distribuisci, già qualche giorno prima, dei nascondigli in più punti della casa: sotto ai tavoli, sotto alle scrivanie, sotto ai letti, dietro ai divani, dentro agli armadi e/o nei luoghi di rifugio preferiti dai tuoi mici. Possono andare bene, dove lo spazio lo consente, dei semplici scatoloni di cartone, recuperati magari in qualche supermercato, imbottiti con delle coperte e altri resi confortevoli; o perché no, posizionando accanto (così da poterla scegliere, solo se lo desiderano) una maglia (indossata e non lavata) del loro umano preferito.
  • Posiziona, in aggiunta a quelle già presenti (e non in alternativa o sostituzione), lettiere, ciotoline dell’acqua e dei croccantini, nella stanza rifugio liberamente scelta dai tuoi mici, così da agevolarli negli spostamenti e nel loro utilizzo quando, e se, se la sentiranno. Non costringerli in una stanza scelta da te.
  • Chiudi le finestre, le imposte, tira giù le saracinesche così che i rumori possano attenuarsi leggermente ed i bagliori improvvisi, non rischino di spaventare i tuoi gatti.
  • Spesso si consiglia di tenere musica o TV ad alto volume: potrebbe essere un’idea, ma non esagerare con il volume troppo alto, valuta innanzitutto che il tuo gatto non sia troppo sensibile alla cosa e non rischi quindi di spaventarsi ancora di più e non sintonizzare la TV in programmi particolarmente festanti o con suoni o rumori che potrebbero generargli uno spavento ulteriore.
  • Se hai dei gatti che hanno la possibilità di uscire, ti consiglio di non farli uscire già dal primo pomeriggio del 31, proprio perché nel caso in cui iniziassero delle prove anticipate di botti/petardi o scoppi vari, rischierebbero di spaventarsi e di non tornare, cercando dei rifugi alternativi ma potenzialmente rischiosi.

Se trascorri la serata a casa con il tuoi micio

  • sSegui i consigli scritti sopra.
  • Lascia il tuo gatto, libero di decidere, quale riparo scegliere. Non necessariamente, il riparo considerato sicuro per i gatti, deve essere accanto a noi
  • Non bloccarlo e non forzarlo in situazioni da lui non desiderate.
  • Mantieni un atteggiamento sereno, i gatti sono degli attentissimi osservatori della nostra mimica facciale e dei nostri messaggi corporei e questi non li lasciano indifferenti.
  • Se il tuo gatto è particolarmente timido e pauroso, in situazioni nelle quali saranno presenti persone per parecchie ore o giornate (ad esempio pranzi, cene, visite di amici e parenti), ti consiglio di rendere più rilassante il raggiungimento di ciotole acqua/cibo e lettiera, mantenendo stabili le attuali risorse di casa e aggiungendone delle altre, posizionandole distanti tra loro, nella stanza rifugio liberamente scelta dal tuo micio. Questo vale anche se i gatti cercano di farsi coraggio e di raggiungere le stesse nei punti di casa abituali.
  • Lascia il gatto libero di uscire e cambiare stanza, in piena autonomia, se lo desidera. E non aver paura di chiedere gentilmente ai vostri ospiti di non costringere il vostro micio né al contatto visivo né al contatto fisico vero e proprio. Spiega che si tratta di un gatto dal profilo sensibile e va rispettata la sua necessità di stare a distanza.

Importante: in situazioni particolarmente gravi, confrontati chiaramente con il tuo veterinario di fiducia.

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Gli ospiti nostri amici, possono essere percepiti dal gatto come dei veri e propri estranei; invasori di territorio, a volte anche proprio dei loro luoghi preferiti, per di più spesso rumorosi, dai suoni e odori sconosciuti.

La specie gatto ha una socialità differente rispetto alla specie umana ed ogni gatto avrà un grado di socievolezza differente da un altro; ecco che quindi alcuni ameranno stare al centro dell’attenzione, mentre altri preferiranno cercare riparo in qualche luogo considerato sicuro.

Qualche consiglio utile per questi giorni di festa (ma vale per tutto l'anno), fatti spesso di visite, pranzi e cene tra amici e parenti, al fine di ridurre lo stress del tuo micio.

  • Se l’ultimo pasto del tuo micio è terminato da un po’, potresti provvedere a dare l'ulteriore pasto umido successivo, in un momento ancora di tranquillità e serenità per lui.
  • Avvisa gli ospiti che hai un gatto e che magari è pauroso e fai massima attenzione quando apri la porta d’ingresso per accoglierli, affinché nella confusione il tuo micio non scappi.
  • Se gli ospiti ti porteranno dei doni con nastrini e decorazioni natalizie varie e/o piante natalizie velenose non lasciarle alla portata dei tuoi gatti! Possono essere davvero molto pericolose.
  • Dai la possibilità ai tuoi mici di rifugiarsi in un luogo che loro considerano solitamente tranquillo e non costringerli in stanze scelte da te. Rendi la zona rifugio scelta, il più confortevole possibile, ad esempio con una bella copertina morbida e calda o perché no, posizionando accanto (così da poterla scegliere, solo se lo desiderano) una maglia (indossata e non lavata) del loro umano preferito. Non forzarli e non incitarli ad uscire, rispetta il loro desiderio del momento.
  • Se invece sai che il tuo micio entra nel panico, in prossimità dell’arrivo degli ospiti potresti invitarlo a raggiungere quella che sai essere la sua abituale stanza rifugio, invogliandolo con dei premietti così che venga percepita come una sua libera scelta e non come una forzatura da parte tua.
  • Rendi più rilassante il raggiungimento di ciotole acqua/cibo e lettiera, mantenendo stabili le attuali risorse di casa e aggiungendone delle altre, posizionandole distanti tra loro, nella stanza rifugio scelta. Questo vale anche se i gatti cercheranno di farsi coraggio e di raggiungere le stesse, nei punti di casa abituali.
  • Fai in modo che il gatto sia libero di uscire e cambiare stanza, in piena autonomia, se lo desidera (ad esempio lasciando la porta della stanza rifugio scelta, non del tutto chiusa/appoggiata, così che possa essere semplice l'eventuale accesso in uscita per il micio).
  • Non aver paura di chiedere gentilmente ai tuoi ospiti, bimbi compresi, di non costringere il vostro micio né al contatto visivo né al contatto fisico vero e proprio. Spiega che si tratta di un gatto dal profilo sensibile e va rispettata la sua necessità di stare a distanza, al fine di sentirsi più sicuro. E se alcuni gatti si faranno coraggio e usciranno per osservarvi a distanza, spiega di non avvicinarsi, di non parlare loro, di non provare a prenderli in braccio perché ci sarà il rischio di spaventarli nuovamente.
  • Ricorda che anche i gatti con una socievolezza molto spiccata nei confronti degli esseri umani, potrebbero avere necessità, ad un certo punto, di isolarsi in una stanza considerata più tranquilla: rispettateli.
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Essendo il gatto un animale dalla natura territoriale molto spiccata, il cambio casa può rappresentare un'esperienza parecchio complessa dove dovrà andare a ricostruirsi tutta una serie di certezze in seguito a: cambio odori, nuovi suoni, nuovi spazi, nuove disposizioni, cambio di abitudini, ecc.

Ecco qualche consiglio su come aiutare il tuo gatto se hai in previsione di cambiare casa.

Cosa fare prima del trasloco: abituazione al trasportino

È importante che il gatto inizi a prendere confidenza con il trasportino, che gli consentirà il viaggio verso la nuova residenza. Già qualche mese prima, potrà essere utile posizionarlo in un luogo tranquillo della casa, in una stanza da lui frequentata con piacere, con all’interno un cuscino morbido o la sua copertina preferita, di modo che possa iniziare a familiarizzarci, magari aiutandolo attraverso delle sessioni quotidiane di gioco, e perché no, farlo diventare un luogo quotidiano di riposo. Così facendo, il gatto potrà marcarlo positivamente e questo potrà essere un aiuto in più durante il viaggio.

Cosa fare nella casa nuova, prima del suo arrivo

Scegli una stanza per l’ambientamento, quella più tranquilla e meno rumorosa della casa.

Considerando che il gatto sarà molto disorientato e/o stressato al suo arrivo, assicurati che finestre o balconi non costituiranno per lui un rischio.

Potrebbe essere un aiuto in più, posizionare in quella stanza, anche già una quindicina di giorni prima (o il prima che potrai), un diffusore di feromoni sintetici.

Corredala di lettiere, ciotole cibo e acqua, uno scatolone (con all’interno una copertina o asciugamano morbidi) per rifugiarsi se lo desidererà, qualche giochino e qualche suo oggetto (cestina, copertina, ecc.) proveniente dall’ambiente precedente, contenente odori a lui familiari e quindi rassicuranti.

Cosa fare se il giorno del trasloco e lo spostamento del gatto coincidono?

Sarà sicuramente importante isolare il gatto da stress, confusione e rumore. Scegli una stanza della “vecchia” casa, nella quale tenerlo chiuso ed organizza nel miglior modo possibile per farlo sentire protetto.

Assicurati che tutta la famiglia ne sia al corrente, compresi gli addetti ai lavori.

Potrebbe essere prudente chiuderla a chiave o mettere un cartello per far sapere ai traslocatori di non aprirla, perché un gatto preso dal panico potrebbe fuggire.

Se i mobili nella nuova casa non saranno gli stessi della precedente, ti consiglio di mantenere, almeno per il primo periodo qualche oggetto (o una parte di esso) al quale il tuo gatto era particolarmente affezionato. Sarai sempre in tempo per buttarlo successivamente, quando il tuo gatto si sarà ambientato.

Il gatto dovrà essere l'ultima cosa che sposterai!

Non è sicuramente una buona idea, portare ogni tanto il gatto nella nuova casa per fargliela conoscere preventivamente e farlo familiarizzare con i nuovi spazi; andrai solo a stressarlo inutilmente.

Attendi (se possibile), che eventuali lavori di ristrutturazione siano terminati e che sia terminato anche il via vai di persone impegnate nello spostamento di mobili e oggetti, prima di portare il tuo micio.

Il momento migliore per pensare al suo trasferimento è proprio alla fine, quando scatole e mobili sono stati tutti spostati nella nuova casa ed operai, traslocatori e persone estranee hanno terminato il loro lavoro.

E se il tuo gatto ti sembra curioso di scoprire nuovi ambienti, ma non vi è stato possibile effettuare il trasferimento a termine trasloco, attendi comunque che l'ambiente sia tranquillo prima di consentirgli l’accesso alle altre stanze.

Primo giorno nella nuova casa

Entra nella nuova casa, posiziona il trasportino in un punto di privacy della stanza a lui dedicata chiudendo la porta dietro di te, apri la grata e lascia che il tuo micio decida cosa fare.

Se lo vedi spaventato, se si rifugia sotto a qualche mobile o resta nel trasportino, non forzarlo ad esplorare e lascialo tranquillo.

Ogni gatto è a sé! Alcuni gatti potranno impiegarci qualche ora ad uscire dal loro rifugio, altri dei giorni, altri ancora potranno iniziare a girare curiosi sin da subito.

Fai attenzione a quelle che saranno le prime esplorazioni del tuo gatto, a non fare rumori improvvisi molto forti che potrebbero spaventarlo.

Anche se nella precedente casa ti è sempre sembrato un gatto super sereno, ricorda che ora si trova in un nuovo ambiente, ancora tutto da scoprire e da marcare a livello feromonale, e da sentire, piano piano, suo.

Un aiuto molto importante potrebbe essere ritrovare nel nuovo ambiente, il tiragraffi, la sua cuccia o qualche pezzo d’arredamento suoi preferiti. Lo aiuterà ad adattarsi più velocemente.

Come già scritto precedentemente, anche se avevi deciso di approfittare del trasloco per buttare via quel tiragraffi tutto mezzo distrutto o una vecchia poltrona, ti consiglio di aspettare, sfruttali per facilitare il trasferimento del micio e poi, con calma, sostituiscili.

Una tra le regole più importanti quando si parla di gatto è non avere fretta e rispettare i suoi tempi. L’ambientamento potrebbe richiedere settimane o anche mesi, al fine di sentirsi rilassato.

E se sarai così fortunato da trasferirti in una casa con giardino cosa fare?

Per un buon ambientamento consigliamo di non far uscire il gatto di casa per almeno due mesi dall’inizio della fase di relax nella nuova casa.

Abitualo completamente agli spazi interni, prima di consentirgli l’accesso all’esterno, sarà fondamentale per aiutarlo a vedere la nuova casa come il proprio luogo sicuro nel quale tornare in caso di pericolo.

L’accesso al giardino è meglio avvenga in modo graduale, inizialmente uscite brevi, fatte sotto la tua supervisione, osserva le sue reazioni e attiralo a te ricompensandolo con qualche premio gustoso accompagnato con un suono/richiamo, che lo precede, che dovrà essere sempre lo stesso.

Non costringerlo ad uscire se non vuole e assicurati sempre che il gatto possa rientrare facilmente in casa se dovesse spaventarsi o tutte le volte che ne sentirà la necessità.

E se la nuova casa sarà più piccola?

Non sempre cambiare casa vuol dire sceglierne una più grande.

Soprattutto se possiedi più gatti, dovrai mettere in conto che questo potrebbe creare loro alcune tensioni nella gestione degli spazi.

Sarà importante limitare questo rischio fornendo loro un numero adeguato di risorse come lettiere (una per gatto + 1), ciotole per cibo e acqua, un numero adeguato di tiragraffi, cucce per il riposo, luoghi privati dove nascondersi, mensole per sfruttare anche gli spazi alti della casa; posizionandole in modo corretto all’interno degli spazi di casa, così da cercare di non minare la loro relazione.

Potrebbero volerci vari mesi prima che il gatto si adatti completamente alla nuova casa

È normale se, all’inizio, non vorrà esplorare, probabilmente i primi giorni starà nascosto in un punto a lui congeniale.

Non preoccuparti e dagli il tempo di studiare la situazione a lui del tutto nuova.

Rassicuralo con coccole (se le desidera e le richiede), attenzioni e qualche leccornia.

I primi giorni, gatti molto stressati o spaventati possono arrivare anche al digiuno.

Sistemate le ciotole di cibo, acqua e lettiere in zone tranquille della casa, a cui possa avere facilmente accesso, preferibilmente nella stessa stanza in cui lo avrai collocato inizialmente (non posizionare in un unico angolino, ma rispettando una buona distanza tra loro).

Solitamente i gatti tendono ad andare in perlustrazione di notte, quando la casa è silenziosa e tranquilla.

NB I consigli sopra elencati sono di base e di nozioni di carattere generale, che non vogliono assolutamente sostituirsi ad un esame più approfondito della situazione e delle relazioni, che si potrà effettuare solo in seguito ad una consulenza effettuata in tema di relazione felina.

Le fusa sono una modalità di comunicazione che il gatto apprende sin dalla nascita.

La mamma le emette durante l'allattamento, per rassicurare e calmare i suoi cuccioli e per contro, loro, le emettono per confermare il loro stato di benessere.

Quando il nostro gatto emette le fusa, entra in una fase di regressione infantile.

Non è scontato che tutti i gatti le emettano.

A volte, invece, possono indicare stress, malessere, dolore o paura ed, in questo caso, vengono emesse dal gatto per auto-tranquillizzarsi.

Perché i loro antenati erano originari del deserto.

Pare che i progenitori dei gatti moderni nacquero nelle zone che attualmente interessano gli stati d'Israele, la Palestina, il Libano, la Siria, l'Iraq, l'Iran e la Giordania e che si siano poi progressivamente spostati verso il regno egizio nel momento in cui iniziarono ad accumularsi nei granai dell'impero, grandissime quantità di cereali.

Magari durante il momento di preparazione/somministrazione cibo o quando ritorna l'umano di riferimento?

È un segnale di eccitazione emotiva e di marcatura.

È un po' come dire "Lontani tutti, questo è un momento relazionale mio, tra me e il mio proprietario!"

Nel caso in cui il gatto non sia sterilizzato, se questo movimento è associato a spruzzi di urina, potrebbe essere un segnale di raggiungimento della maturità sessuale.

Questo perché le gatte, durante la fase fertile, possono accoppiarsi con più maschi.

Per questo motivo, fratellini e sorelline erediteranno sicuramente il patrimonio genetico della loro mamma e patrimoni genetici diversi da eventuali possibili papà differenti.

I denti canini del gatto, lunghi ed affilati, sono molto sensibili in quanto dotati di recettori importanti nell'attività di caccia.

Quando il gatto individua una preda, le terminazioni nervose intorno ai canini, gli consentono di controllare la posizione predatoria (dei denti) e, quindi, individuare il punto esatto in cui affondare il morso letale.

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Facendo un bel po' di passi indietro

La comunicazione chimica è la più vecchia forma di comunicazione al mondo, usata già tra gli esseri unicellulari acquatici.

Ecco perché i feromoni sono resistenti all’acqua, oltre che volatili.

Il termine "feromone" deriva dal greco “portare” e “stimolare, eccitare”.

Qual è il loro vantaggio in termini di evoluzione delle specie?"

Il vantaggio della comunicazione chimica è quello di durare nel tempo (a differenza ad esempio di un suono) e di consentire di reperire tutta una serie di informazioni su chi li ha emessi, senza doversi incontrare.

Ma fondamentalmente cosa sono?

Sono una sorta di messaggeri chimici, che vengono rilasciati nell’ambiente da parte di un soggetto, dandogli la possibilità di comunicare con altri soggetti appartenenti alla stessa specie, anche a distanza (senza necessariamente incontrarsi visivamente). Possono influenzare anche il soggetto che li produce (esempio: quando un gatto marca il proprio territorio).

I feromoni vengono prodotti da delle ghiandole specializzate posizionate in diverse parti del corpo (sulle guance, sul mento, sulle zampe e nella parte sotto la coda).

L’organo principalmente specializzato per captare i feromoni è l’organo vomeronasale (VNO) o organo di Jacobson, che si trova sul palato, dietro i denti incisivi.

Quando un gatto annusa una sostanza contenente feromoni, mette in atto il Flehmen: socchiude la bocca, solleva il labbro superiore e inspira rapidamente.

I feromoni, una volta inalati, raggiungono il sistema limbico (la parte del cervello dove si originano le emozioni) e sono in grado di influenzare il comportamento degli altri individui, ma anche del soggetto che li produce.

I feromoni sono emessi solo dai gatti?

I feromoni sono un importante mezzo di comunicazione tra gatti, ma anche per tante altre specie animali (pensiamo agli insetti) e vegetali.

Sembra che anche l’uomo li emetta e li percepisca, ma senza averne la consapevolezza (anche noi avevamo l'organo vomeronasale).

Il tema feromoni, relativamente all’essere umano, è un argomento molto studiato dall’industria dei profumi.

Per il gatto, depositare i feromoni è di fondamentale importanza:

Feromoni sessuali

Vengono emessi dai maschi non sterilizzati e dalle femmine in calore. Hanno l’effetto di richiamo sessuale e fanno sì che anche a grandi distanze i gatti sessualmente attivi possano individuare, riconoscere e quindi raggiungere un possibile partner. Ad esempio, feromoni nell’urina e nelle feci.

Feromoni di attaccamento

Rilasciati, dopo qualche giorno dal parto, dalle ghiandole presenti nel solco intermammario della mamma durante l’allattamento (si tratta delle apaisine).

È un feromone di fondamentale importanza per la creazione del legame tra mamma e cuccioli ed ha la funzione di tranquillizzarli, farli sentire appagati in sua presenza, abbassare il livello di stress e dare una sensazione di benessere.

Feromoni territoriali

Vengono emessi con l’urina, con le feci e con le azioni di graffiatura e servono per marcare il proprio territorio da eventuali pretendenti e nelle aree di incrocio tra gatti.

Le graffiature sono molto importanti nella comunicazione tra gatti conviventi, ma anche per il gatto singolo, in quanto il gatto anche se vive in appartamento, ragionerà sempre pensando che da un momento all’altro potrebbe arrivare un eventuale pretendente ad invadere il suo territorio.

Cosa può percepire un gatto quando incontra dei messaggi chimici nell’urina o nelle feci deposte da un altro gatto? Informazioni quali il sesso, l’età, lo stato emotivo e fisiologico.

I feromoni facciali

Quando il gatto struscia la testa, le guance, il collo e i fianchi sugli esseri umani, su altri gatti e su animali di specie differenti, deposita dei feromoni, al fine di poterli riconoscere come componenti del proprio gruppo sociale.

Come mai quando abbiamo più gatti e ne portiamo uno dal veterinario, al suo rientro potrebbe non essere più riconosciuto e venire accolto con soffi e ringhi?

Perché i feromoni di identificazione sociale sono stati facilmente coperti ad esempio dall’odore molto forte del disinfettante utilizzato dal veterinario.

I feromoni facciali vengono deposti anche sugli oggetti, sull’arredo, sui muri di casa, sugli stipiti delle porte ecc. al fine di sentire suo l’ambiente, facendolo sentire sicuro.

Feromoni d'allarme e della paura

Sono secreti dalle ghiandole perianali e a livello dei cuscinetti plantari quando il gatto vive un situazione stress importante, ad esempio le impronte sul tavolo del veterinario quando si porta il gatto in visita.

Servono per comunicare una situazione di pericolo ad altri gatti, dando così la possibilità di allontanarsi da una situazione di pericolo, ma condizionano anche il soggetto che li emette.

Ecco perché è importante lavare bene il trasportino con acqua e detergente neutro, al rientro da un viaggio stressante.

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Perché il tiragraffi è così importante?

  • Perché il gatto ha una visione tridimensionale del mondo e non bidimensionale ed un albero tiragraffi gli consentirà di osservare il mondo “da lassù”.
  • Perché i tiragraffi, se alti e da noi, in alcuni punti, “inarrivabili”, daranno una sensazione di privacy al tuo gatto.
  • Perché se opterai per un modello valido, darà la possibilità al tuo gatto di affilarsi gli artigli, di distendersi allungando bene tutta la sua colonna vertebrale, di fare movimento mantenendosi agile, di scaricare energie e di fare le marcature feromonali.
  • Marcature feromonali: contrariamente a quanto si pensa, le graffiature non servono solo per affilare gli artigli ma anche per fare le marcature, anzi per fare una doppia marcatura, sia “visiva” che “feromonale-olfattiva”! Le marcature consentono al gatto di sentirsi sicuro nel suo territorio e di comunicare con gli altri gatti residenti. Fondamentale quando i gatti sono più di uno, ma altrettanto importante se il gatto di casa è uno solo! Graffiare/fare le marcature è un comportamento naturale per il gatto, fa parte del suo etogramma di specie ed è una necessità! Non sgridarli quando lo fanno, offrigli piuttosto delle alternative valide per poterlo fare.

Un tiragraffi deve essere alto perché:

  • Così che il tuo gatto possa sfruttarlo nella sua massima altezza, isolandosi (quando lo desidera) da eventuali nostri desideri di contatto fisico e visivo, da altri animali o bimbi piccoli presenti in casa;
  • Per poter osservare il mondo dall’alto o per poter raggiungere un altro punto alto della casa come mensole, armadi ecc..
  • Molti tiragraffi che trovi in commercio possono essere adatti per gattini cuccioli, ma non più appaganti in fase di crescita e per un gatto ormai adulto (troppo bassi per poter stendere tutta la colonna vertebrale e poco stabili rispetto al peso e alle dimensioni del gatto).

Un tiragraffi deve essere stabile

  • Non deve barcollare in fase di graffiatura, diversamente sarà facile che il tuo gatto si orienti verso divano o poltrone sicuramente più stabili e di conseguenza decisamente più appaganti.

Verso quale modello orientarsi?

  • >Sono rari i gatti che apprezzano le cuccette poste alla base dei tiragraffi. Quindi, se puoi, scegli un modello stimolante e diversificato, ma che alla base dia la possibilità al tuo gatto di mettere in atto le azioni di graffiatura-marcatura e dove cuccette chiuse, ripiani, amache o cuscinoni siano posizionati a salire.
  • È importante orientarsi su modelli dove le colonne sono completamente ricoperte di corda o altro materiale “graffiabile e marcabile”, anziché quelle rivestite di peluche.
  • Altro aspetto importante: il top sarebbe optare per un tiragraffi che possa avere anche un tubo o un lato di esso (in sisal o altro materiale valido) completamente libero in salita, ossia non interrotto da ripiani o cuccette varie, così che il tuo gatto possa avere anche la possibilità di salirci in un’arrampicata unica; proprio come farebbe con un albero in natura e di fare la graffiatura nella sua massima estensione verticale.

Per i gatti di grandi dimensioni

  • Quando si sceglie un tiragraffi, sarà fondamentale valutare il peso e le dimensioni dei tuoi gatti. Esistono, ad esempio, anche dei tiragraffi di dimensioni XXL!

Posizionarlo in un punto della casa che sia strategico (per il gatto!)

  • Al gatto piace osservarti mentre ti muovi nello spazio di casa, il gatto è un amante della convivialità ossia lo stare insieme nella stessa stanza, ma non per forza stando a contatto facendosi le coccole o stando necessariamente in braccio; si può stare insieme stando ognuno nel proprio spazio. Ed il tiragraffi può assolvere anche questa funzione.
  • Le zone dove noi trascorriamo la maggior parte del tempo (il salotto, la zona giorno o nei pressi di divani e poltrone), possono essere una buona scelta!
  • E perché no, in prossimità di una finestra, così che il tuo micio possa approfittare della postazione ad 1 mt e 80 cm di altezza per riscaldarsi con i raggi del sole o per osservare cosa succede nell’ambiente esterno.
  • Se hai la possibilità di avere un terrazzo in sicurezza, con una zona riparata dalle intemperie e gatti che amano frequentarlo, sono certa che anche lì sarebbe gradito un tiragraffi aggiuntivo, da iniziare a sfruttare con l’arrivo delle belle giornate primaverili.
  • Meglio non posizionarlo troppo incastrato tra muri o mobili, perché potrebbe non essere molto apprezzata come soluzione.

Suggerimento speciale

  • Sfrutta i tiragraffi anche per far giocare i tuoi gatti (ad esempio con l’aiuto di una canna da pesca), perché è sempre bene ricordare che l’arricchimento ambientale è fondamentale, ma da solo non basta.
  • Quando esci di casa, posiziona qualche topino, pallina o snack su qualche ripiano, così che le salite possano essere più stimolanti, varie tra loro e interessanti.
  • Non disturbare o non andare a “pacioccare” il tuo micio quando sarà nella sua fantastica cuccetta alta in fase di super relax o mentre starà dormendo, gli darai così la possibilità di percepire quel luogo come ancora più unico e speciale! Una vera e propria bolla di privacy a tutto tondo.

E se i gatti sono due?

Suggeriamo di optare per tiragraffi con ripiani, cucce ed amache multiple o meglio ancora, se lo spazio di casa lo consente, per più tiragraffi magari posizionati in più luoghi strategici di casa. Ma anche il gatto singolo non disdegnerà più tiragraffi, se avrai la possibilità di accontentarlo.

E se il gatto può uscire in giardino, il tiragraffi serve?

Assolutamente!! Per tutte le ragioni scritte sopra! La casa è considerata per il gatto il proprio luogo rifugio, costantemente da difendere e marcare!

I tiragraffi sono cari!

È vero, non lo neghiamo! Ma, online troverai delle valide alternative, con tanti modelli tra i quali poter scegliere, alcuni di questi dalla struttura davvero stabile, duratura nel tempo ed anche sfoderabili e lavabili in lavatrice, a prezzi sicuramente più bassi rispetto a quelli del negozio.

Inoltre, se avrai modo di mettere in pratica i consigli scritti sopra (o facendoti aiutare attraverso una consulenza comportamentale), il tuo mobilio di casa sarà preservato ed il tuo micio super appagato.

Diversamente, se sei amante del fai da te, online troverai tanti tutorial per la realizzazione di fantastici alberi tiragraffi.

Una valida alternativa al tiragraffi o un’aggiunta ad esso, potrebbe essere anche un bel percorso a parete, corredato di amache, nicchie per nascondersi, mensole, ponti tibetani.. ma, non dimenticare di inserire anche qualche palo tiragraffi al tuo progetto! Anche in questo caso puoi trovare qualcosa di già pronto o lo potrai realizzare con oggetti recuperati, un po’ di fantasia e manualità!

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I gatti percepiscono il sapore dolce?

La risposta sembrerebbe essere scritta nel DNA... Ne sei già a conoscenza? Se la risposta è “no”, continua nella lettura.

Quali sono i recettori del gusto?

Le papille gustative: un insieme di cellule specializzate nel riconoscere i sapori.

Nel gatto, sono presenti in numero inferiore rispetto all'uomo, ma in compenso hanno molto sviluppato il senso dell'olfatto, organo di Jacobson compreso.

Quando nasce la preferenza di un sapore?

La preferenza di un sapore, e quindi di un cibo, si sviluppa nei cuccioli di gatto ancora prima di nascere, a seconda dell’alimentazione seguita dalla mamma durante la gestazione.

Quali sapori percepiscono i gatti?

Sembra che i gatti riescano a percepire i sapori dei diversi amminoacidi che costituiscono le proteine: acido, salato, umami ed il sapore amaro di alimenti che potrebbero rivelarsi potenzialmente velenosi.

Il sapore dolce invece?

Secondo uno studio portato avanti da Joseph Brand e altri ricercatori, del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, nel 2005 - il gatto potrebbe non essere in grado di percepire il sapore dolce.

Come mai?

Per via di un recettore del gusto difettoso.

Ogni papilla specializzata nel riconoscimento del gusto dolce è formata da due proteine (T1R2 e T1R3) collegate tra loro. Una di queste due proteine però, non viene prodotta nell’organismo dei gatti, in quanto il gene deputato nella sua produzione ha perso la sua funzionalità, non è espresso (si tratta del gene Tas1r2, definito pseudogene) e questo spiegherebbe l'assenza di avidità, nei gatti, per i dolcificanti.

La ragione per cui questo gene ha perso le sue funzionalità, potrebbe rientrare nel processo evolutivo della specie gatto: in quanto carnivori stretti, il loro senso del gusto si distingue per una mancanza di attrazione o indifferenza verso i composti che hanno un sapore dolce per l'uomo (non hanno la necessità di percepire il sapore di zuccheri e carboidrati, in quanto non utili per la sopravvivenza ed il tramandarsi della specie; oltre a non essere raccomandato da un punto di vista salutistico offrire loro cibi dolci).

Sembrerebbe che quando un gatto viene attratto dai nostri cibi dal sapore dolce, lo faccia in parte attratto dai grassi contenuti al loro interno ed in parte per una sua spiccata curiosità.

Di seguito alcune riflessioni da fare prima di decidere di adottare un nuovo gatto ed alcuni consigli di base e di nozioni di carattere generale, che non vogliono assolutamente sostituirsi ad un esame più approfondito della situazione e delle relazioni, che si potrà effettuare solo in seguito ad una consulenza effettuata in tema di relazione felina.

I gatti sono animali sociali non obbligati: significa che possono vivere benissimo da soli nel loro territorio e se sceglieranno di instaurare delle relazioni con dei conspecifici o eterospecifici, decideranno loro con chi e quando. Tutte le volte nelle quali, invece, sarai tu a portare un nuovo gatto in casa, sarai tu ad averlo scelto e non loro.

Il gatto è un animale territoriale e la casa per lui rappresenta, la sua base sicura, dove costruisce dei suoi punti di riferimento stabili. Per cui è necessario myParagraphTitlersi se c’è abbastanza spazio in casa per ospitare un ulteriore gatto, e se le risorse a disposizione sono sufficienti (ciotole, lettiere, luoghi di osservazione dell’alto, di privacy, etc…). È inevitabile che le nostre case, per quanto arricchite con tiragraffi, mensole, giochini, resteranno pur sempre un ambiente abbastanza statico per il gatto e, soprattutto se vive esclusivamente in appartamento, il territorio sarà delimitato da mura oltre le quali non poter andare; pertanto, sarà fondamentale disporre un numero coretto di risorse (in relazione al numero dei gatti) per evitare possibili conflitti. Il tutto, valutato sempre senza andare a generare situazioni di sovraffollamento.

Se il tuo gatto ha stretto una relazione molto forte con un suo compagno felino che nel frattempo, purtroppo, è venuto a mancare; devi ricordare che ogni relazione (come anche per noi) vale a sé. Non è detto che se adorava condividere le sue giornate abbracciato a Felix, avverrà lo stesso con Pallino; perché Pallino non è Felix e quindi si innescheranno delle dinamiche differenti e Pallino potrebbe non andargli così tanto a genio.

Se hai un gatto anziano, che ha necessità di trascorrere le sue giornate con ritmi estremamente tranquilli, non è così scontato che un nuovo gatto possa renderlo felice. Nel caso in cui tu sia proprio determinato ad adottare un altro gatto, consigliamo di valutare per un gatto dall’età simile, anziché un cucciolo, che avrà un’indole spiccatamente vivace che potrebbe generargli uno stress maggiore.

Spesso si sente dire: "avendo già un gatto maschio: mi è stato consigliato di adottare una femmina (o viceversa) perché così sarà più facile che vadano d’accordo".

In realtà non esiste nessuna regola da seguire, possiamo solo fare delle considerazioni di carattere generale basandoci su alcuni aspetti etologici del gatto libero in natura, in aggiunta alle considerazioni già fatte sopra, ma non possiamo assolutamente avere nessuna certezza a priori, circa il buon successo di una convivenza e soprattutto non dobbiamo traslare sulla specie gatto quelle che sono alcune nostre caratteristiche specie-specifiche di esseri umani.

Consiglio: se la tua idea fosse quella di avere due gatti, la scelta migliore potrebbe essere quella di prenderne da subito due: due gattini della stessa cucciolata, per esempio, mamma e figlio/figlia, o due gatti che già convivono serenamente senza tensioni, magari adottandoli da proprietari che non possono più prendersene cura.

Diversamente nessuno potrà mai darti la certezza a priori che il tuo gatto desideri davvero un amico e per di più "quell’amico lì".

Vediamo ora come è bene procedere per fare un buon inserimento.

Regola fondamentale: non avere fretta!

Se si inizia con il piede sbagliato e se non si rispettano i tempi dei gatti, sarà più facile creare delle tensioni che potrebbero andare poi ad incrinare la convivenza futura.

Cosa fare prima dell'arrivo del nuovo gatto

Aumenta le risorse del tua attuale gatto: nuovi nascondigli, luoghi di riposo, di privacy, nuovi oggetti da esplorare (banalmente una scatola di cartone o l’anta di un armadio aperta, etc…), aumenta la sua possibilità di verticalizzazione degli ambienti (ripiani, mensole, librerie, tiragraffi, etc…), giochi.

Questa accortezza sarà importante per dare la possibilità al tua attuale gatto di casa di percepire un’abbondanza di risorse nel suo ambiente e non sentirsi troppo minacciato dall’arrivo del nuovo coinquilino.

Individua una stanza da dedicare all’ambientamento del nuovo micio, se possibile quella meno usata dal tuo gatto di casa.

Corredala di: cuccetta morbida, uno o più luoghi (rendendoli confortevoli) dove potersi nascondere (es. possono andare bene anche delle scatole di cartone di diversa dimensione), qualche giochino, ciotole cibo e acqua distanti dalla zona lettiere. Se avete una sua copertina, asciugamano, cestina del suo ambiente di provenienza, potrebbe essere d’aiuto, in quanto rassicurante perché impregnato del suo odore.

Importante: assicurati che la stanza sia un luogo sicuro, senza pericoli (detersivi, boccettine di vetro raggiungibili dal gatto, oblò lavatrice, wc lasciato aperto, fili o cavi, sacchetti di plastica, etc…) e a prova di fuga (balconi, finestre, anche quelle con apertura a vasistas rischiose non solo per i cuccioli, ma anche per i gatti adulti).

Potremmo individuare quattro fasi per un corretto inserimento:

Fase 1 – Conoscenza olfattiva

Entra in casa con il nuovo gatto nel trasportino e non farlo vedere al tuo gatto di casa. Portalo nella stanza che hai scelto per l’ambientamento, chiudi la porta dietro di te, metti il trasportino in un luogo riparato della stanza, togli la porticina e lascia che il nuovo arrivato decida cosa fare.

Non forzarlo, non incitarlo ad uscire, se non se la sente. Potrebbe decidere di restare rintanato nel suo trasportino, oppure di nascondersi sotto ad un mobile, dentro ad uno scatolone che gli abbiamo messo a disposizione come rifugio, oppure dentro la cassettina igienica..

Lascialo tranquillo. Verifica solo che mangi e che usi la lettiera per feci e pipì entro le 24/48 ore dal suo arrivo, e, se così non fosse contatta il tuo veterinario di fiducia.

Una volta che inizierà a dimostrarsi a suo agio in tua presenza nella stanza, potrai iniziare lo scambio di oggetti, copertine, cucce, giochini tra i gatti (posandoli a terra così che sia lui a decidere quando annusarli, senza forzature da parte tua), per iniziare la conoscenza olfattiva reciproca.

Osserva le reazioni dei gatti: soffi, ringhi, ecc. sono segnali di nervosismo; se ci si dovessero ad esempio addormentare sopra, potremmo definirlo di “accettazione”.

Potresti anche prendere uno straccetto impregnato del loro odore e passarlo su alcune superfici di casa, come mobili, pareti, porte, ecc.

In questa fase, come in tutte le fasi successive, cerca di non far mai mancare attenzioni e abitudini al tuo gatto di casa e dedica il giusto tempo al nuovo arrivato affinché possa iniziare a creare una relazione di fiducia con te.

Quando lo vedrai tranquillo, potrai, gradualmente, dargli la possibilità di iniziare a conoscere anche gli altri eventuali componenti umani della famiglia.

Vai avanti così per qualche giorno, da quando si dimostreranno tranquilli e saranno terminate le reazioni di tensione, prima di procedere con la fase 2.

Fase 2 – Scambio ambienti

Dai la possibilità al nuovo micio di conoscere alcune zone del resto della casa.

Magari fallo mentre il tuo primo gatto dorme, avendo avuto cura di chiudere la porta della sua stanza, affinché non si senta forzatamente rinchiuso in qualche camera contro la sua volontà.

Dai la possibilità anche al tuo primo gatto di visitare la stanza di ambientamento del nuovo micio, ovviamente senza che questo sia presente e quindi dopo che lo avrai provvisoriamente isolato in un'altra stanza della casa.

Si tratterà di una conoscenza olfattiva più intensa rispetto a quella della prima fase.

Vai avanti per qualche giorno con la fase 2, continuando con la fase 1 ed osserva sempre le reazioni dei mici, se di tensione o di "accettazione".

Solo dopo qualche giorno e solo se li vedrai tranquilli, potrai procedere con la fase 3.

Fase 3 – Conoscenza visiva, ma con barriera di separazione, senza incontrarsi

L’ideale sarebbe installare una rete (in alternativa potrebbe andare bene una zanzariera estensibile, fissata in qualche modo affinché non cada; una porta a vetri, ecc.) come divisorio tra le due stanze e sempre con te presente, dare ai gatti la possibilità di osservarsi a distanza, ma ognuno con il proprio territorio sicuro alle spalle.

Se uno o entrambi dovessero soffiare o ringhiare, non sgridarli, è semplicemente il loro modo di comunicare. Se ritieni che le reazioni sono di tensione molto forti, semplicemente, togli la rete, chiudi la porta e riprova un po’ più tardi.

Sarà importante procedere con la massima gradualità: sessioni di pochi minuti, più volte al giorno.

L’ideale sarebbe essere in due, ritagliarsi degli spazi nei quali si è rilassati, e dare la possibilità ai gatti di giocare in contemporanea (quindi senza la contesa di un gioco unico), impegnandoli così in un’attività piacevole, ognuno in presenza dell’altro, ma sempre a distanza e con la barriera di separazione.

Consigliamo di dare da mangiare ai gatti, posizionando le ciotoline affinchè si trovino uno si fronte all’altro, in quanto il gatto è un cacciatore solitario e rischieresti di andare ad aumentare la competizione tra loro.

Fase 4 - Conoscenza senza barriera di separazione

Quando valuterai che è già qualche giorno che i gatti si dimostrano tranquilli nell'affrontare la fase 3, solo allora sarà consigliabile passare allo step successivo.

Dai la possibilità ai gatti di vedersi senza barriere, ma sempre offrendo la possibilità ad ognuno di avere il proprio territorio conosciuto e sicuro alle spalle, dove potersi rifugiare in caso di pericolo.

Non tenere mai i gatti in braccio durante queste fasi di conoscenza, non bloccarli con le mani, sarebbe un atteggiamento di forzatura, non sgridarli se soffiano, ringhiano o cercano di dare qualche zampata; distraili piuttosto con un giochino (non offrire loro giochi che potrebbero metterli in una situazione di competitività, es. una pallina che corre) o qualche premio sfizioso, sempre dando loro la possibilità di rimanere a distanza.

Tieni accanto a te una grande cuscino che ti potrà servire nel caso in cui la situazione dovesse farsi critica, per dividerli e ri-separare i gatti ognuno nel loro spazio sicuro, sempre prima che arrivino ad un possibile scontro fisico.

Sarà molto importante, in questa fase, come anche in tutte le precedenti, restare tranquilli e mantenere la calma; diversamente trasmetterete loro tensione.

Meglio iniziare con brevi sessioni, pochi minuti a volta, più volte durante la giornata, ri-separando i gatti ad ogni fine sessione.

L’obiettivo sarà quello di osservare le reazioni dei gatti ed allungare sempre di più i tempi di condivisione dello spazio, fin tanto che questo avviene in modo tranquillo, senza atteggiamenti di aggressività, sempre e solo in tua presenza,

Per il primo periodo, quando non sei in casa, non lasciare mai i due gatti liberi.

Queste sono alcune regole di base e fondamentali per poter fare un buon inserimento tra gatti, che però non ti garantiranno che diventeranno amici per la pelle.

Successivamente alla fase di inserimento, altri fattori determinanti saranno un corretto numero di risorse, la loro corretta disposizione, un buon arricchimento ambientale, una buona relazione con te ed una loro corretta gestione da parte tua.

Una tra le motivazioni più spiccate nel gatto è la motivazione predatoria, con essa ci nasce, in quanto vitale per la sopravvivenza della specie. Ecco che quindi, il gioco rappresenta un’esigenza per dare espressione a questa sua motivazione e far giocare il nostro gatto è fondamentale.

Si è visto che già durante il periodo di gravidanza, intorno al 30esimo giorno, i piccoli cominciano a mostrare in utero dei piccoli comportamenti ludici tra fratellini: giocano con le zampine, prendono le code degli altri fratellini.

Il gioco, se svolto correttamente, aiuterà il tuo gatto a fare movimento, a liberare endorfine positive (aumento del buonumore), a ridurre lo stress, ad apprendere, a migliorare la sua autostima, a farlo sentire appagato, a farlo sentire più sicuro e se svolto insieme ai proprietari crea e rafforza la relazione gatto-proprietario.

Per queste ragioni, il gioco assume un ruolo fondamentale per i gatti che vivono esclusivamente in casa, ma è altrettanto importante per quelli che hanno la possibilità di usufruire di uno spazio esterno.

In poche parole: il gioco genera piacere e fa sentire il nostro micio felice!

Se non si ha a disposizione molto tempo, dedicarci anche solo 5-10 minuti tutti i giorni, due o tre volte al giorno, farà la differenza!

Come fare e cosa non fare?

Ti sarà capitato di osservare che i cuccioli giocherebbero con qualsiasi cosa capiti loro a tiro, mentre i gatti adulti sono un po’ più selettivi - chiaramente un gatto di 15 anni non avrà le stesse modalità di gioco e gli stessi interessi di un gattino di 3 mesi -, ma tutti i gatti giocano: il gioco simula la predazione/la caccia ed un gatto libero in natura, caccia per tutta la sua vita.

Come noi, ogni gatto avrà le sue personali preferenze. Fai quindi un po’ di prove per capire quali potrebbero essere i suoi giochi preferiti e se potrà sembrarti che inizialmente sia poco reattivo agli stimoli o poco partecipativo, non arrenderti, abitualo piano piano, con brevi sessioni tutti i giorni. Pazienza, determinazione e costanza ti aiuteranno a raggiungere l’obiettivo.

Importante: no ai giochi con le tue mani e/o i tuoi piedi o qualsiasi altra parte del tuo corpo”. Questa regola vale sia per il gatto cucciolo, che per l’adulto.

Perché attraverso il gioco, il gatto simula un’attività di predazione e alcune parti del nostro corpo, proprio per la loro consistenza e per il loro calore, sono la cosa che più si avvicina ad una preda viva, risultando così molto più allettanti rispetto ad un topolino o una pallina di plastica.

Anche se potrà sembrarti inizialmente divertente far giocare il cucciolo con mani e piedi, in realtà gli starai dando la possibilità di specializzarsi sempre di più verso una modalità di gioco errata.

Non dimenticare, che la sua mole e la sua forza aumenteranno con l’avviarsi dell’età adulta e sarà sempre meno piacevole trovarti un gatto di 6 kg in arrampicata sulle tue gambe o schiena o svegliarti anziché con il suono della sveglia, con un bel morsicone sui piedi.

Potrà farti decisamente male e nella peggiore delle ipotesi arrecarti anche delle ferite.

Quindi utilizza sin da subito bacchette, canne da pesca, topolini, palline, ecc., sempre distanti dal tuo corpo.

E se fosse il gatto ad avere l'iniziativa?

Se il gatto dovesse ingaggiarti al gioco facendo agguati ad alcune parti del tuo corpo, come primo punto fermo: non sgridarlo, non punirlo fisicamente, non urlargli contro, non utilizzare mai disincentivanti come lo spruzzino, ecc. Rischi solo di minare la vostra relazione e/o renderlo insicuro nel suo territorio.

L’atteggiamento corretto da adottare è quello di disincentivare l’interazione interrompendola dolcemente, ossia allontanandoci 5 o 10 minuti dal lui (ad esempio cambiando stanza); dopodiché tornare dal gatto con una proposta corretta di gioco, affinché possa soddisfare la sua esigenza (questo è molto importante), ma indirizzato correttamente da te; proponendo quindi delle modalità di gioco corrette, sopra elencate.

Cosa importante: mai cedere dando ogni tanto la possibilità di farci agguati e attacchi, perché non otterrai altro che buttare via tutto l’impegno ed i progressi raggiunti fino a quel momento.

Utilizza sin da subito bacchette, canne da pesca, topolini, palline, ecc, sempre distanti dal tuo corpo.

Quale messaggio trasmetterai al gatto, attraverso la modalità del "disincentivare, offrendo un'alternativa corretta"?

Lo aiuterai a capire qual è il modo più corretto per soddisfare la sua necessità/esigenza di gioco e che non saranno l’agguato a mani e piedi a portare successo al suo intento.

Salvaguarderai così, allo stesso tempo, e nel lungo periodo la tua relazione con lui.

No a giochi cosiddetti frustranti: chiamati così perché consentono ai gatti di completare la sequenza di caccia, in quanto non consentono di "catturare" la preda.

Essendo la predazione un’attività di vitale importanza per il gatto, “rincorrere” una preda senza mai avere la possibilità di catturarla, equivale a non considerarsi un bravo cacciatore.

Alcuni esempi: puntatore laser, twister, circuiti con palline o topolini rotanti, giochi di caccia virtuale e simili.

Come gestire il gioco quando i gatti sono più di uno?

Sarà fondamentale farli giocare separatamente.

Il gioco rappresenta la preda ed il gatto è un cacciatore solitario (solo mamma gatta caccia anche per i suoi cuccioli e quindi condivide con loro la preda) e giocare insieme vorrebbe dire contendersi la preda ed aumentare la competitività, andando così a minare la loro relazione.

Quando parliamo di giochi, potremmo fare tre macro distinzioni:

  • giochi in solitaria
  • giochi di attività con il proprietario (es. bacchette, canne da pesca, topolini, palline, lancio del croccantino, ecc.)
  • giochi di problem solving con il proprietario (ossia giochi cognitivi)

Una categoria non esclude l’altra, quindi sarà importante che tutte e tre vengano soddisfatte.

Importante: se i giochi con nastri, cordini, fili, campanellini, ecc. sono tra i preferiti dal tuo gatto di casa, raccomandiamo massima attenzione a non lasciarli a disposizione incustoditi, in quanto potrebbero diventare davvero molto pericolosi se ingeriti per intero o in alcune loro parti.

Giochi in solitaria

Lascia sempre qualche giochino sparso per casa. Il gatto, però, ha un potere di assuefazione molto elevato; sarà quindi importante far ruotare i giochini ogni giorno, modificando la loro posizione in giro per la casa, aiutandolo così a rendere il tutto più stimolante ed interessante. Anche spruzzare i giochi con uno spray alla catnip o alla valeriana (se apprezzati), potrà essere un aiuto in più nel rinnovamento degli stessi.

Giochi di attività con il proprietario

Alcuni suggerimenti utili: muovere, ad esempio, il cordino di una canna da pesca lungo il perimetro della stanza, sia in orizzontale che in verticale, anziché al centro stanza, muoverlo lento, facendolo arrestare ogni tanto e nascondendolo, ad esempio sotto ad un tappeto e non lanciarlo addosso al gatto, rappresenta il modo migliore per avvicinarci il più possibile a come si muoverebbe una preda in natura.

Osserva sempre il tuo gatto mentre lo fai giocare: se abbassa le orecchie, se dilata le pupille, se è in agguato immobile ecc., vuol dire che è attento ed interessato e se non attacca nell’immediato, non interrompere il gioco, perché magari sta semplicemente studiando il momento più opportuno per partire.

Essere partecipi: cercare di far giocare i gatti mentre noi siamo distratti ad esempio da ciò che succede in TV, o mentre siamo al cellulare, non sarà producente; il gatto si diverte se noi ci divertiamo con lui (si tratta della cosiddetta proprietà concertativa delle emozioni).

Inoltre, è sempre buona cosa, far terminare la sessione di gioco offrendo al tuo gatto un bocconcino o qualche croccantino, al fine di simulare la conclusione del ciclo di cattura che avverrebbe in natura.

Giochi di problem solving con il proprietario

Aiutano a far divertire il gatto (animale con una spiccata motivazione solutiva), allenando la mente e favorendo la calma.

Alcuni gatti non più giovani potrebbero, ad esempio, essere più facilmente stimolati da questa tipologia di attività.

Potrai trovarne di già pronti in commercio, in genere sotto la categoria “giochi di intelligenza”.

Per i proprietari più creativi, sarà ancora più divertente e stimolante (per entrambi) proporre dei giochi sempre nuovi e realizzati proprio su misura del micio.

Ecco qualche esempio di gioco molto semplice da provare a realizzare e svolgere insieme:

  • prendere un rotolo di carta igienica o di carta da cucina o un contenitore vuoto delle uova e nascondere dentro dei premietti
  • fare dei fori ad una bottiglietta di plastica da mezzo litro vuota, riempirla con delle crocchette che verranno fuori quando il gatto la farà rotolare
  • prendere una scatola bassa (es. scatola delle scarpe), fare dei fori di dimensione adatta a far entrare la zampa del gatto. Riempirla con cibo oppure giochi oppure pigne, rametti, sassolini, e altri oggetti non pericolosi (attività di esplorazione e ricerca olfattiva) e lasciare che il tuo gatto si diverta!

Se ne possono realizzare davvero di tantissimi!

Importante: rispetta sempre la disponibilità al gioco del tuo gatto e scegli un grado di difficoltà a lui adatta; il gioco dovrà sempre concludersi con la cattura della preda, al fine di non generare frustrazione.

Ecco perché è importante la gradualità: sempre meglio iniziare con sessioni facili e brevi.

Il gatto lavora molto bene con il cibo perché il cibo lo stimola molto, ma potrai usare anche dei topolini o delle palline, se apprezzati.

Altro suggerimento: quando andrai a fare una passeggiata nel bosco, torna a casa con delle foglie secche (assicurati che si tratti di piante non velenose per il gatto), rametti, pigne, sassolini ecc. da regalare al tuo micio.

E se i gatti sono due? Beh.. un rametto a testa!

Sarà, come per noi, leggere un quotidiano: a volte più interessante che vale la pena leggere più volte, altre un po' meno.. Ma in ogni caso, siamo certi che il tuo micio sarà stato felice di quella piccola grande novità della giornata.

La ragione per cui i gatti ci portano le prede a casa non è per farci un regalo e neanche per insegnarci a cacciare.. la teoria più accreditata e con valenza scientifica sembra essere quella per cui il gatto vuole portare la preda in un luogo sicuro!

conoscere il gatto Le Sfigatte

Mentre noi esseri umani (o animali umani) abbiamo una visione bidimensionale del mondo, i gatti adorano e sentono l’esigenza di verticalizzare, questo li aiuta ad osservare e controllare il territorio dall’alto, a sviare da situazioni caotiche o percepite come rischiose “a terra”, a trovare comfort e privacy, ma non solo: in questa foto, con Camillo, abbiamo sfruttato la motivazione cinestesica, con un’attività di gioco di prima mattina, per fare una bella scalata in arrampicata, liberare energie, distendere la colonna vertebrale e fare una combo perfetta con anche un’attività di gioco (motivazione predatoria), che male non fa mai.

Si chiama così l’esigenza di verticalizzazione del gatto: motivazione cinestesica, un desiderio che diventa piacere e genera benessere a livello fisico e mentale!

Premessa: l’età “più indicata” per adottare un cucciolo è dai tre o quattro mesi in avanti; prima sarebbe bene ed importante - se possibile - avesse modo di vivere con mamma e fratellini per fare tutte una serie di esperienze che lo renderanno un adulto equilibrato, non ripetibili successivamente. Inoltre, il post si rivolge a quelle mamme che non vivono in contesti in linea con loro esigenze etologiche di specie.

Ehm... a dire la verità non c'è bisogno di insegnare ad un gatto cucciolo o adulto che sia, ad usare le lettiere o meglio: quello di ricercare un substrato morbido e cedevole nelle proprie zampe posteriori, è un'informazione innata dettata dell'evoluzione di specie, il gattino nasce già con questa informazione nel suo DNA.

Come mai parlo al plurale?

Perché il numero ideale di lettiere, dovrebbe sempre essere "1 per gatto + 1", quindi un gatto = due lettiere! Il gatto in natura non eliminerebbe dove ha già eliminato e sceglierebbe quindi due luoghi differenti dove fare feci e pipì. Sicuramente sarà nostra responsabilità, disporre e presentare le risorse nel modo più adeguato possibile al fine di incuriosirlo, farlo avvicinare ed iniziare così a conoscere questi nuovi oggetti marcandoli positivamente e cominciando ad utilizzarli.

Quando inizierà a ricercare il substrato?

Intorno alla sua terza o quarta settimana di vita.

Avete mai sentito parlare di una ben precisa coreografia quando si parla di evacuazione del gatto?

Il gatto ha necessità di mettere in atto una coreografia ben precisa quando fa i suoi bisogni (in natura, ma anche in lettiera): entra - fa tre giri su se stesso - scava - espelle i suoi bisogni - altri tre giri su se stesso - copre - annusa - esce con calma dalla lettiera. Questo accade se le risorse lettiera e sabbia sono state scelte correttamente nella loro forma, dimensione e consistenza, se sono disposte in modo corretto all'interno dello spazio di casa, adeguate a livello di numero, se il gatto non vive situazioni di disagio fisico o psichico, etc...

Ma quindi.. cosa insegna la mamma, in natura?

Insegna a coprire i propri bisogni. Ma attenzione, perché se il vostro gatto di casa non copre i propri bisogni, non dobbiamo necessariamente dare per scontato che la mamma non glielo abbia insegnato, potrebbero essere tante altre le ragioni di questo comportamento (es.: non adeguatezza della risorsa lettiera e/o sabbia, non adeguatezza della sua collocazione nello spazio – ad es. zona di poca privacy, una possibile marcatura emozionale negativa fatta, etc...). Nel caso, sarà sempre bene chiedere parere ad un esperto in comportamento affinché esamini la situazione nel suo complesso, con un occhio più esperto; gli aspetti da esaminare sono molteplici.

Alcune accortezze importanti da avere

  • 1 lettiera per gatto + 1
  • Sabbia a grana fine, rigorosamente non profumata (non silicio), morbida sui cuscinetti, non polverosa, con un buon potere agglomerante e di copertura degli odori. Attenzione ai cuccioli molto piccoli perché se curiosi potrebbero tentare di mangiare la sabbia, in questo caso è importante optare per una sabbia vegetale non agglomerante.
  • Lettiera aperta o chiusa? Dipende dal gatto (la situazione andrebbe esaminata nel suo specifico sotto più punti di vista), il più libere possibile sui loro 4 lati (quando aperte) ed agevoli in ingresso ed in uscita (sconsigliate a tal proposito, le lettiere con ingresso dall’alto).
  • Di dimensioni adeguate alle dimensioni del gatto affinché possa mettere agevolmente in atto la coreografia descritta sopra.
  • Posizionate in luoghi non troppo sacrificati e zone di privacy ed in luoghi differenti di casa, affinché il gatto possa percorrere percorsi diversi per poterle raggiungere. Le lettiere posizionate in un’unica stanza, vegono percepite per il gatto come un’unica grande lettiera.
  • Collocate lontano dalle zone cibo, acqua e riposo.
  • Le lettiere devono restare un punto di riferimento certo, a livello di loro collocazione, per il gatto e sempre liberamente accessibili e non su richiesta.
  • Non toccare o disturbare mai il gatto quando sta per entrare o uscire dalla lettiera, né tanto meno quando si trova al suo interno.
  • Pulire nel quotidiano le lettiere e quando si fa il cambio sabbia totale non usare detergenti o sgrassatori dall'odore forte o candeggina, acool, ammoniaca, tea-tree oil, etc... Andrà benissimo un detergente neutro privo di profumazione o un prodotto enzimatico.

Se il gatto non usa la lettiera?

Dopo avere escluso possibili cause di salute con il vostro veterinario di fiducia, rivolgetevi ad un Consulente esperto in comportamento affinché possa aiutare voi ed il vostro micio in un corretto percorso di vita insieme.

Ricordatevi che quando un gatto non usa la lettiera non lo fa per farvi un dispetto e quindi non va sgridato! Sta vivendo ed esprimendo un disagio e questo malessere non va mai sottovalutato.

Questa pianta fa parte della famiglia delle Lamiaceae ed è composta da un olio essenziale chiamato nepetalattone (sostanza molto simile ai feromoni prodotti dai gatti, che può generare dei veri e propri effetti allucinogeni - ovviamente non si tratta di una sostanza tossica), apprezzatissimo dalla maggior parte dei gatti! Ma..

..Sapevate che non tutti i gatti sono sensibili alla Catnip?

Infatti, la risposta alla composizione chimica della Nepeta Cataria sembrerebbe essere genetica (dipende dalla presenza o meno di un particolare gene nel gatto in questione) e quindi ereditaria, inoltre i gatti cuccioli sembrerebbero non esserne stimolati.

Si è anche osservato che si può innescare una sorta di desensibilizzazione alla Catnip se esponiamo tutti i giorni i gatti a questa sostanza, così da farne perdere l'effetto a livello emozionale, generando una vera e propria abituazione.

Attenzione all'utilizzo della Catnip in presenza di più gatti nello stesso ambiente, perché per via di questa forte eccitazione alcuni potrebbero diventare aggressivi e rindirizzare, andando così a minare i rapporti tra loro!

Non confondete la Nepeta Cataria, con l'erba gatta, così chiamata, forse meglio chiamarla “erba per gatti?” (i fili d'erba, per intenderci), che vendono in alcuni supermercati o negozi di articoli per animali, perché quella non è Catnip!

conoscere il gatto Le Sfigatte

La specie umana è una specie sociale obbligata e per questa ragione, con un desiderio fortissimo di richiesta/ricerca e offerta di affettività e di contatto: dimostriamo il nostro voler bene, prevalentemente, con l’abbraccio, con la carezza, con il bacio.

Quando decidiamo di adottare un gatto, tendiamo ad avere delle aspettative nei suoi confronti che rispecchiano il nostro essere animali umani, senza tenere spesso conto del suo essere un animale sociale non obbligato, del suo essere non solitario ma solista, del suo essere un amante della convivialità e della discrezione… insomma, del suo essere gatto!

Ma cosa vuol dire tutto questo?

Il piacere al contatto e alla carezza da parte del gatto rispecchia di base quando detto, ma resta poi assolutamente individuale e non può essere generalizzato: può dipendere dalla sua genetica, dagli insegnamenti della sua mamma, dalle esperienze fatte nelle primissime settimane di vita e durante tutta la sua vita, può variare da soggetto a soggetto con il quale si relaziona, può dipendere dal suo stato emotivo e fisico del momento; inoltre i gatti sono animali molto sensibili dal punto di vista tattile e quindi non tutti apprezzano il contatto da parte nostra, non tutti con la stessa intensità e non tutti lo apprezzano da parte di qualunque essere umano che non siano il suo o suoi umani di rifermento.

Per il gatto stare insieme e condividere un momento, può voler dire "anche solo" stare nella stessa stanza o nello stesso spazio, ma a distanza, senza necessariamente stare a contatto e questo è quello che viene definito "convivialità".

I gatti sono amanti delle persone discrete, per di più amano essere loro i protagonisti delle interazioni con noi.

Volete un esempio pratico?

Eccolo: vi è mai capitato di essere in una stanza con più persone, dove una di loro ha paura dei gatti?

Da chi è facile vada il gatto?

Proprio dalla persona che ne ha paura! Perché è la persona più discreta tra tutti, che non lo sollecita con continue richieste di contatto fisiche e verbali (sì avete capito bene: per il gatto anche il chiamarlo costantemente o il guardarlo, possono essere percepite come richieste di contatto).

E quando siamo al pc o quando siamo rilassati sul divano a guardare la TV o a leggere un libro o quando siamo a letto a riposare? È facile che il gatto ci venga vicino! Come mai?

Perché in quelle situazioni siamo rilassati e siamo assorti nei nostri interessi ed abbiamo tolto il focus su di lui, ecco che quindi ci raggiunge e magari ci sta anche a contatto o semplicemente si appisola accanto… ma può capitare, che se iniziamo ad accarezzarlo o a fare richieste di contatto, dopo poco se ne vada.

Cercate di non essere sempre voi a prendere l’iniziativa di contatto, anzi!

Date la possibilità ai vostri gatti di fare loro il primo passo, di essere loro a cercarvi quando più lo desiderano e semplicemente accoglieteli!

Accogliere non vuol dire accarezzarlo o forzarlo nel tenerlo in braccio: accogliere potrebbe semplicemente voler dire appoggiare su una parte del vostro corpo, ad altezza gatto, la vostra mano offrendo il dorso al gatto (e non il palmo che per forza di cose ha comunque per loro un effetto prensile) o semplicemente non fare nulla e lasciare al gatto la gestione dell’interazione con noi e di continuare a strusciarsi se e fino a quando lo desidera.

Ricordatevi che quando il gatto si avvicina e si struscia su di voi, non necessariamente vi sta chiedendo di essere accarezzato, magari sta facendo una marcatura feromonale sociale su di voi, magari sta marcando a livello feromonale un vostro momento relazionale o sta facendo un ingaggio al gioco, etc…

Imparate a conoscere i vostri gatti ed il loro grado di socievolezza ossia il piacere al contatto (unico in ogni individuo), osservate la loro postura e quindi la loro comunicazione non verbale con il corpo, se stanno facendo un pisolino lasciateli tranquilli, se hanno deciso di rilassarsi in un luogo di privacy della casa non andateli a cercare!

Eccetto alcuni casi di gatti molto socievoli e che accettano lunghe manipolazioni, i gatti sono di solito animali che preferiscono brevi e delicate sessioni di contatto fisico.

Il gatto ha tutta una serie di recettori alla base di ogni pelo (oltre alle vibrisse che sono dei peli super specializzati), che gli danno un’elevatissima sensibilità al contatto fisico da parte nostra.

È anche importante sapere quali sono i punti preferiti per il contatto e che lui preferisce (per fare un esempio: generalmente i gatti apprezzano essere accarezzati sotto al mento e spesso la pancia è poco apprezzata).

Sono certa che se vi impegnerete in queste accortezze, non farete altro che vedere rafforzata la vostra relazione!

Avete mai sentito parlare della teoria dell'elastico?

Se la risposta è no, allora non avete mai letto il libro “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere", molto brevemente: spiega che donne e uomini è come se arrivassero da due pianeti diversi, hanno un modo diverso di pensare, parlare e di amare. Il riconoscere le differenze dell’altro, ci permettere di costruire delle relazioni felici ed appaganti.

Per fare un esempio sull’essere umano di sesso maschile: l’uomo tende ogni tanto a rintanarsi come in una sorta di caverna (informazione dettata dall’evoluzione di specie), ma noi donne questo comportamento a volte non lo capiamo e tendiamo a stressare l’uomo e a chiedere spiegazioni di questo comportamento preoccupandoci che ce l’abbia magari con noi.

Spiega come sia controproducente pressare l’uomo nei momenti in cui si ritira nella caverna, oppure inseguirlo quando si allontana.

Questo perché, se invece gli vengono lasciati i suoi spazi, lui sarà presto pronto a tornare indietro proprio come un elastico, con ancora più amore di prima da donare alla propria compagna.

Ecco! A noi piace, spiegare in parte, anche così la relazione anche con i nostri gatti!

Vediamo il gatto come un essere vivente puccioso al quale richiedere e offrire costanti abbracci, carezze, baci, etc...

Ci lamentiamo quando il gatto non si fa accarezzare 36 ore su 24, quando non vuole stare in braccio, quando rifiuta il nostro costante fargli coccole e così via…

Voler bene ai nostri gatti vuol dire: innanzitutto, rispettare la loro natura e la loro individualità, cercare di offrire loro un ambiente a misura di gatto (numero corretto di risorse, disposte in luoghi corretti della casa e diversificati, offrire un’ottima agibilità nello spazio, la possibilità di verticalizzare, la possibilità di avere dei luoghi di privacy, etc…), una relazione con noi che sia anche in grado di soddisfare le loro esigenze di specie (specie gatto!), ad esempio attraverso delle attività di gioco corrette - giocate con i vostri gatti! Vi aiuterà molto a rinforzare la relazione con loro; insomma: una relazione rispettosa!

Ricordatevi che le carezze e le coccole non solo l'unico modo per dimostrare ai nostri gatti che vogliamo loro bene!

Se abbiamo scelto di convivere con un gatto, è nostro dovere imparare a conoscerlo e rispettarlo per quello che vuol dire essere gatto, per quello che vuol dire essere quel gatto lì, accettando e rispettando la sua felinità!

conoscere il gatto Le Sfigatte

Attraverso il gioco, il gatto soddisfa una tra le sue motivazioni di specie più importanti: la motivazione predatoria!

Si tratta di una motivazione elicitata dal movimento, vitale per la sopravvivenza del gatto, in quanto senza cacciare non potrebbe sopravvivere, quindi di un desiderio innato fortissimo, tale da doverlo soddisfare anche a pancia piena!

È di fondamentale importanza dare la possibilità ai vostri gatti di casa (a maggior ragione quando vivono esclusivamente in appartamento, senza possibilità di uscire in esterno), di soddisfare questa loro esigenza (non eliminabile e che genera appagamento) ed è importante farlo attraverso una corretta gestione quotidiana della sfera ludica, in tempi corretti e declinando la motivazione predatoria verso target adeguati, sin da cuccioli!

Ecco perché una regola fondamentale ed importantissima è: nel gioco di relazione con i vostri gatti, non giocate e non scherzate mai a fare la lotta con mani e piedi o a nascondino!

Potrà sembrarvi divertente spupazzare il cucciolo con la mano facendolo eccitare, scalciare, mordicchiare..

Potrà sembrarvi divertente nascondere la nostra mano sotto alle lenzuola o alle coperte per farcela predare..

Potrà sembrarvi divertente nasconderci dietro ad una colonna di casa o svoltato l'angolo di una porta e farci fare l'agguato dal cucciolo e poi farci ricorrere..

Potrà sembrarvi divertente farvi scalare dal cucciolino, per raggiungere la parte alta di un mobile..

...Peccato che poi questo cucciolino diventerà un bel gattone, magari di oltre 5 o 6 chili, che si specializzerà sempre di più in questa modalità di gioco di relazione con voi e gli piacerà talmente tanto che poi vi farà gli agguati alle caviglie quando starete camminando tranquillamente per casa, vi azzannerà i piedi quando vi starete per addormentare nel letto sotto alle coperte, vi attaccherà le mani quando starete semplicemente gesticolando!

Ed avrete così raggiunto l'errato obiettivo di trasformarvi in una preda! D'altronde glielo avete fatto capire voi che così andava bene!

Vi posso assicurare che di situazioni simili e di persone ferite dal proprio gatto per aver sottovalutato questi possibili risvolti ne ho viste parecchie e non si tratta di rari casi.

Mai! Vuol dire proprio Mai!

Non vuol dire "ma si dai, una volta ogni tanto lo si può fare", perché può bastare anche solo un paio di volte per innescare un meccanismo non corretto che è facile diventerà un problema comportamentale di convivenza tra voi ed il gatto.

E tutti i componenti della famiglia devono rispettare questa regola, altrimenti non sarà servito a nulla.

Perché il rischio che gli piacerà tantissimo è alto?

Perché le parti del nostro corpo sono la cosa di più simile che possa esserci ad una preda vera: siamo fatti di carne, all'interno scorre il sangue, ci muoviamo in modo molto più vivo e naturale rispetto ad un topolino di pezza o una pallina di plastica.

Ah ma io mi diverto!

Prima di pensare a quanto un'azione sia oggi divertente, pensate sempre a dove vi porterà quell'agire ed acquisite la consapevolezza che il vostro gatto è un soggetto e che quindi ad ogni nostro comportamento, seguirà una sua risposta.

Se per di più avrete avuto "la sfortuna" di aver adottato un gatto deprivato materno e che non ha potuto maturare gli autocontrolli, la ponderazione del graffio e del morso, allora lì sarà ancora più rischioso e nel peggiore dei casi rischierete anche delle ferite importanti!

Non sgridate e non punite il Vostro gatto!

No alle urla, no agli schiaffi, no allo spruzzino, no alla presa dalla collottola, no al castigo e no a qualsiasi altra modalità violenta o coercitiva! Non capirebbe! Rischierete solamente di farlo eccitare ancora di più e quindi di stimolarlo maggiormente andando a peggiorare la situazione del momento, rendendolo ancora più aggressivo o per contro di spaventarlo, generandogli ansia e andando a rovinare la vostra relazione con lui.

Quindi, cosa fare?

Se il vostro gatto vi morde mani, piedi o organizza agguati da dietro una porta o da dietro una tenda ad altre parti del vostro corpo: mantenete la calma, non iniziate ad urlare o ad agitarvi perch� peggiorereste la situazione del momento, sospendete immediatamente e delicatamente l'interazione con lui (se riuscite, meglio ancora cercare di anticipare l'attacco), isolatevi in un'altra stanza per 5-10 minuti e tornate poi dal gatto con una corretta proposta di gioco.

L'obiettivo sarà quello di far capire al gatto che non è quello il modo per ingaggiarvi al gioco, ma che sono altre le modalità corrette per soddisfare la sua esigenza e desiderio di predazione, attraverso la proposta di target corretti e l'impostazione di rituali.

Quali sono le tempistiche?

Non esistono delle tempistiche da manuale, ogni situazione, ogni gatto ed ogni relazione varranno a sé.

Sarà sicuramente importante essere costanti, non sgarrare mai, non avere la pretesa che tutto possa risolversi dall'oggi al domani ed eventualmente valutare di chiedere aiuto ad un/a Consulente esperto/a nella Relazione Felina, affinché vi sappia guidare in questo percorso, al fine di non generare frustrazione nel gatto ed allo stesso tempo riuscire a raggiungere l'obiettivo sperato.

Quindi qual è il modo corretto per giocare con i nostri gatti e dare loro la possibilità di soddisfare questo loro desiderio innato di predazione?

La strategia migliore è avere voglia di conoscere "chi è il gatto" dal punto di vista etologico, essere consapevoli che si tratta di una specie vivente diversa dalla nostra, che con un cucciolo di gatto non ci si può rapportare come ci rapporteremmo con un cucciolo di uomo e prevenire: impostando una corretta gestione dei giochi fatta di rituali quotidiani, di giochi di relazione, sempre e solo con oggetti distanti dal nostro corpo (ad esempio, canne da pesca, bacchette, lancio della pallina, del topolino o del croccantino).

conoscere il gatto Le Sfigatte

I gatti, soprattutto quelli che vivono esclusivamente in casa, hanno bisogno di essere stimolati con attività ludiche (che siano le più varie possibili: serve tanta fantasia!), non solo a livello fisico ma anche a livello mentale-sensoriale.

Ecco un'idea, dedicata all'autunno, con la quale far divertire i vostri gatti: al ritorno da una passeggiata nel parco o in un bosco, riempite una scatola di cartone con foglie di piante non tossiche, pigne, rametti... e portate ai vostri gatti il mondo esterno verso l'interno.

Potreste variare il contenuto - anche in un secondo momento, volendo... - con l'aggiunta di qualche pezzettino di snack o croccantino, palline, topolini, tappi di sughero, etc.

Sarà un modo per andare a stimolare la loro curiosità, la loro innata motivazione esplorativa (ossia il desiderio di ricerca nei piccoli spazi), l'olfatto (senso sviluppatissimo nel gatto, uno dei primi con il quale entra in contatto con il mondo esterno) ed avrete dato una bellissima ed interessante svolta alla loro giornata!

Provare per credere!

Spesso mi capita di leggere o sentire che il gatto ci dà la schiena perché offeso o arrabbiato con noi, magari dopo una sgridata.. fermo restando che non è assolutamente cosa da fare, quella di sgridare un gatto perché non sottostà a quelle che sono le nostre regole umane "del giusto e dello sbagliato": primo perché non capirebbe e secondo perché l'unico obiettivo che otterremo è quello di rovinare la relazione con lui, di spaventarlo, di generargli ansia ed insicurezza, ma tornando all'offesa del gatto: questa è una lettura prettamente umana!

Non è sempre così corretto etichettare in una definizione unica i comportamenti dei nostri gatti anche e soprattutto nella relazione con noi; ma un gatto che, ad esempio, ci sale sul petto e ci dà la schiena, potrebbe facilmente essere un gatto che si fida di noi e, di conseguenza, si sente sereno nel darci le spalle mentre osserva il mondo intorno a lui, mentre condivide con noi un piacevole momento relazionale di coccole o mentre decide di schiacciare un pisolino; un gatto che si allontana da noi e ci dà la schiena, molto semplicemente ci sta comunicando uno stop all'interazione, ma non perché offeso o perché voglia farci un dispetto.

Quindi, certo, anche i gatti provano sentimenti ed emozioni, esattamente come noi, apparteniamo tra l'altro entrambi al grande insieme dei mammiferi, ma questi non vanno interpretati o tradotti con quello che è il nostro linguaggio di animali umani.